venerdì 14 dicembre 2012

Slave bracelets



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Ogni settimana, in tutto il Regno Unito, chiudono circa 50 pub

Allarme birra in Inghilterra: i pub sono a rischio chiusura a causa delle troppe tasse sulla bionda/rossa bevanda.



Pare proprio che una delle principali vittime della crisi economica in Gran Bretagna sia proprio la birra , simbolo per eccellenza del paese di Sua Maestà. Sono già 6000 i pub che hanno chiuso i battenti negli ultimi quattro anni e anche le vendite di birra al dettaglio non stanno certo meglio: pensate che sono crollate del 15%. Ma di chi è la colpa di tutto?Come sempre di un regime fiscale che penalizza le vendite e la ripresa economica: se non ci sono soldi, è inutile elevare le tasse a livelli stratosferici perché la gente se non ha liquidità non compra più. E arriva la recessione, persino chi non ha studiato economia può raggiungere una simile conclusione. Comunque sia, il fisco inglese pare che abbia introdotto una norma dal 2008, secondo la quale ogni anno il costo di una pinta di birra aumenta del 2%. Chissà perché queste norme non riguardano mai i salari!
Il risultato? Il prezzo della birra cresce molto più velocemente dell’inflazione, tanto che in quattro anni le tasse sulla bevanda alcolica sono aumentate del 40%. Uno sproposito. Ma ecco che per interrompere questa spirale disastrosa è intervenuta l’associazione Camra (Campaigning for real ale) che ha organizzato una petizione online chiamata ‘Save your pynt’, ovvero ‘Salva la tua pinta’, il cui scopo sarebbe quello di congelare gli aumenti delle tasse sulla birra.
Sono già 100.000 gli inglesi che hanno sottoscritto la petizione, che verrà poi presentata e discussa in Parlamento. Secondo i produttori di birra: ‘Su ogni pinta paghiamo 50 centesimi o più di tasse e altrettanti di Vat (l’Iva britannica ndr). In media bisogna aggiungere su ogni pinta una sterlina di imposte. Penso che questi siano costi inaccettabili per il consumatore’.

venerdì 7 dicembre 2012

Il declinio delle caratteristiche cabine telefoniche inglesi

Demolire le caratteristiche cabine telefoniche rosse? Gli inglesi non ci stanno

phone box
Iniziarono il loro inesorabile declino quando la gente installò il telefono fisso in casa, e l’avvento dei cellulari fu il colpo di grazia definitivo. Chi usa più le cabine del telefono? Ma gli inglesi ci sono affezionati perchè quelle classiche rosse sono un simbolo amato da tutti, e si sono lanciati alla ricerca di nuovi usi. Alcuni molto creativi!
Negli anni la cabina telefonica rossa è diventata un simbolo della vita inglese: è amata sia dai turisti che dai collezionisti di tutto il mondo.
La prima cabina telefonica rossa, la “K1″ (Kiosk 1) face la sua comparsa nel 1920. Nel 1924 l’Ufficio Postale organizzò un concorso per progettare un rimpiazzo. La gara fu vinta dal famoso architetto Sir Giles Gilbert Scott. Dopo qualche anno Sir Giles produsse altri modelli (il K3, K4 e K5), ma la versione più popolare, il K6, fu creata per il Giubileo d’argento del re Gerge V nel 1935 (nonostante non fu messa in produzione prima dell’anno seguente). Il modello K6 è la cabina rossa che tanto amiamo oggi. Purtroppo il K6 è diventata una specie in via di estinzione. Queste famose cabine telefoniche stanno scomparendo dalle strade e, siccome nessuno utilizza quelle rimaste, stanno perdendo valore. Il motivo è semplice: il telefono cellulare. Come spiega yusuf King della British Telecom, i telefoni a gettoni raggiunsero l’apice negli anni ‘80, ma hanno affrontato una crisi ancor più grande alla fine degli anni ‘90. La crisi ha conciso con la mania dei telefoni cellulari (nel 1999 in Gran Bretagna veniva venduto un cellulare ogni 4 secondi).
Durante gli ultimi 5 anni le telefonate effettuate dalle cabine telefoniche sono calate di più dell’80 per cento. 10 anni fa esistevano 92,000 telefoni a pagamento nel Regno Unito: oggi ce ne sono 51,500. Di queste soltanto 11,000 sono le tradizionali K6. La British Telecom si è resa conto che le persone adorano queste cabine telefoniche ed ho organizzato progetti molto origali per salvarle. La campagna “Adopt a kiosk”, lanciata nel 2008, è stato un gran successo. Una cabina telefonica può essere “adottata” per £1 e fino ad ora oltre 1,500 cabine sono state trasformate in piccole gallerie d’arte, centri d’informazione, biblioteche pubbliche, docce e persino toilet!
Il K6 rappresenta inoltre uno dei simboli di Londra e quest’estate almeno 80 cabine nella capitale hanno subito una trasformazione. Gli artisti coinvolti in questo progetto hanno incluso Sir Peter Blake (conosciuto maggiormente per la sua copertina fatta per l’album Sgt. Pepper dei Beatles), l’architetto Zaha Hadid e la modella e attrice Lily Cole. Questi artisti hanno preso parte al progetto per raccogliere fondi per Childline (un servizio di assistenza attivo 24 ore al giorno) che quest’anno festeggia i suoi 25 anni. I progetti includono un divano, una cabina a forma di Big Ben e una completamente rivestita di maglia. Le opere sono poi state poste lungo le strade di Londra per un mese e poi vendute all’asta da Sotheby.
Quando non vende le cabine telefoniche alle comunitù locali per £1, la British Telecom le vende ai compratori internazionali (ci sono collezionisti in Russia, Cina e Stati Uniti). Qui, però, il prezzo è leggermente differente: parte da £1,950.
british art
[Articolo tratto dal mensile SpeakUp, settembre 2012. Traduzione di Alessia Angeli]

Sister in spite

When Olivia de Havilland celebrated her 96th birthday last month in Paris, it was a public event worthy of Hollywood royalty — after all, she’s not only a two-time winner of the Best Actress Oscar, but stars in two of the most beloved classic-age movies, “Gone With the Wind’’ and “The Adventures of Robin Hood.’’
Conspicuously absent from the festivities was de Havilland’s estranged younger sister, Joan Fontaine, 94, another Best Actress winner who by all accounts is as robustly healthy as her sibling, and lives an ocean and a continent away in Carmel, Calif.
 


 
 
At 96, Olivia de Havilland (left) has refused to speak to her sister Joan Fontaine for more than 35 years.
The sisters have carried on Hollywood’s longest-running and most bitter feud, currently in its eighth decade — clashing over roles, Oscars and lovers, among other things. They have not spoken in 35 years.
Their rivalry goes back to their childhood in Japan, where Fontaine claims the 15-month-old de Havilland “was still too young to accept the arrival of a competitor for the affections of her parents and adoring staff.’’ Their British-born parents split in 1919, and their mother, Lillian, took them to California because of young Joan’s poor health.
After the family resettled near San Jose, Lillian married a department store owner named George Fontaine. Both sisters hated their stepfather and his authoritarian ways, but disliked each other even more. Olivia, the editor of a school magazine, published a mock will: “I bequeath to my sister the ability to win boys’ hearts, which she does not have at present.’’
When Joan was 15, in 1933, “Olivia threw me down on the poolside flagstone border, jumped on top of me and fractured my collarbone,’’ the younger sister recalled. “I regret I remember not one act of kindness all through my childhood.’’
Both elegant beauties, the sisters were soon professional stage actresses, with de Havilland quickly zooming to stardom when she was signed by Warner Bros. and teamed with Errol Flynn in “Captain Blood,’’ the first of their seven films together.
Fontaine, meanwhile, struggled in forgotten B-movies before landing bland romantic roles in more ambitious movies opposite stars like Fred Astaire and Cary Grant.
Fontaine was the first to marry — to one of de Havilland’s discarded boyfriends, actor Brian Aherne. The night before the wedding, de Havilland’s beau at the time, billionaire Howard Hughes, flirted with Fontaine — something her sister was none too happy about.
But that was nothing compared to their professional rivalry. When Fontaine tested for the role of Scarlett O’Hara in “Gone With the Wind,’’ producer David O. Selznick asked if she would be interested in playing the sweet Melanie Hamilton instead.
To her everlasting regret, Fontaine rejected what she considered an inferior role. Instead, she suggested her sister, who snagged an Oscar nomination, for Best Supporting Actress.
Fontaine beat out her sister for the much-sought lead in Alfred Hitchcock’s “Rebecca’’ and received her first Best Actress nod, though she ended up losing to Ginger Rogers.
But at the 1942 Oscars, the sisters went head to head for Best Actress — the first time this ever happened — de Havilland for “Hold Back the Dawn,’’ and Fontaine for another Hitchcock film, “Suspicion.’’ Fontaine won, and things got really bad.
Fontaine recalled: “I froze. I stared across the table, where Olivia was sitting. ‘Get up there!’ she whispered commandingly. All the animus we’d felt toward each other as children . . . all came rushing back in kaleidoscopic imagery . . . I felt Olivia would spring across the table and grab me by the hair.’’
Things got worse when de Havilland finally won her own Best Actress Oscar, in 1946, for “To Each His Own.’’ “After Olivia delivered her speech and entered the wings, I went over to congratulate her as I would have done to any winner,’’ Fontaine recalled. “She took one look at me, ignored my hand, clutched her Oscar and wheeled away.’’
Sharp-tongued Fontaine gave as good as she got. When de Havilland wed the frequently married novelist Marcus Goodrich in 1946, Fontaine quipped, “It’s too bad that Olivia’s husband has had so many wives and only one book.’’ The sisters didn’t speak for six years after that, not even when de Havilland won her second Oscar for 1949’s “The Heiress.”
“This cut me to the quick,’’ de Havilland told Hollywood columnist Hedda Hopper in a never-aired radio interview unearthed by film historian Robert Matzen for his book “Errol and Olivia.’’ “I never got any kind of apology, and wasn’t going to say, ‘How do you do?’ to her until I did get it,’’ she added.
There were occasional truces between the sisters. But after their mother died in February 1975, the estrangement became permanent.
“I was not invited to the memorial service,’’ Fontaine wrote in her scathing memoir, “No Bed of Roses’’ (in which she refers to herself in the third person). “Only after . . . threatening to call the press and give them the whole story was the service postponed and Joan and her daughter Debbie permitted to attend.’’
Occasionally they crossed paths at Oscar ceremonies. In 1978, they were seated at opposite ends of the stage. A decade later, Joan learned they were booked into adjacent rooms — and had hers changed. London’s Daily Mail asked de Haviland about a possible reconciliation. She gritted her teeth and said, “Better not.’’
Even the long-feuding Dean Martin and Jerry Lewis managed to patch things up before Martin’s death in 1995. But Matzen thinks a better comparison may be founding fathers John Adams and Thomas Jefferson, enemies who died within hours of each other on the 50th anniversary of the ratification of the Declaration of Independence.
“Like Adams and Jefferson,” he says, “Olivia and Joan’s rivalry will probably go on to death, with each determined to outlive the other.”

lunedì 3 dicembre 2012

Progetto di scuola autogestita

Sempre più famiglie in Italia si propongono di provvedere autonomamente alla formazione dei propri figli. L’ordinamento glielo consente: obbligatoria non è la scuola, ma un certo livello di formazione che deve essere garantito a tutti.
Homeschooling, scuole paterne, familiari, democratiche, autogestite... Fra queste tante di cui non possiamo condividere le motivazioni: spinte elitarie, vaghe aspirazioni misticheggianti e “new age”, desiderio di controllo e iperprotezione dei figli, per non parlare delle scuole dei “padroni”, come si chiamavano un tempo.
In mezzo però anche gruppi di genitori che, insoddisfatti della cultura e della struttura delle nostre istituzioni educative, a partire dal percorso di scolarizzazione dei figli decidono di porsi domande profonde e radicali e di provare a costruire piccole alternative alla scuola pubblica, improntate a un maggiore rispetto della persona, delle sue spinte vitali, dei suoi bisogni e di processi di formazione più liberi e liberatori. È il caso di “Educare sano” (www.educaresano.net), un progetto di scuola autogestito messo in piedi da un piccolissimo gruppo di famiglie fra Modena e Bologna. La scuola non esiste ancora. È un processo quello che la potrà fare nascere, come si ostina a dire Barbara Neri, l’ideatrice e l’animatrice di questo gruppo. Da quasi tre anni, si sta attivando per costituire un gruppo di persone, non per forza genitori, disposti a creare le condizioni per far nascere una scuoletta libera. Impresa non facile, dal momento che molti dei genitori che si incuriosiscono al progetto, a volte anche per le motivazioni poco nobili che dicevamo, quando si tratta di compiere il passo decisivo e scegliere per il figlio un’alternativa alla scuola pubblica desistono.
È così che, prima di partire con una scuola vera e propria, Educare sano ha iniziato a organizzare informalmente, tramite volantini e passaparola, giornate di gioco libero al parco, invitando le famiglie interessate a unirsi per sperimentare modi diversi di passare il tempo con i propri bambini. Educare sano non è ancora riuscito a mettere insieme un numero sufficiente di famiglie per partire con la scuola. “Quello che da settembre penso saremo in grado di fare, saranno piccole sperimentazioni pomeridiane, in cui metterci alla prova, attraverso cui conoscerci, condividere una formazione comune e, speriamo, contagiare chi nella scuola potrebbe portare il proprio figlio o anche chi vi potrebbe lavorare come maestro.”
Quali sono, chiediamo a Barbara, le motivazioni che dovrebbero muovere dei genitori per arrivare a concretizzare quelli che altrimenti rischiano di rimanere solo belle idee?È innegabilmente difficile per una famiglia dedicare così tante energie come il progetto di una scuola autogestita necessita, senza sapere i risultati a breve e a lungo termine. Questo credo sia uno dei nodi fondamentali. Le famiglie che si avvicinano a questa idea della scuola libera lo fanno principalmente pensando alle proprie necessità e ai propri figli. Ed è inevitabile e giusto che sia così. Io ho un bambino di sei anni e vorrei che la scuola partisse domani perché lui potesse iniziare subito un percorso di formazione elementare diverso. Poi però se si vuole fare uno scatto e arrivare a realizzare realmente una scuola libera e autogestita bisogna arrivare alla consapevolezza di volerla fare in ogni caso. La spinta iniziale è personale, ma lo scatto necessario è “politico” oltre che pedagogico. A questo punto del percorso, mi interessa andare avanti indipendentemente da quello che ne nascerà, e vedere cosa si crea da tutte le energie che siamo finora riusciti a mobilitare. E se un giorno riusciremo a far partire qualcosa allora spero di poterlo affiancare al percorso evolutivo e formativo di mio figlio.”
 

Popcorn

propercorn packs

Our four delicious flavours:

Fiery Worcester Sauce & Sun Dried Tomato, Sweet and Salty, Sour Cream and Chive, and Lightly Sea Salted. More exciting flavours to follow!
 
Our Story
Growing up, my father was a hopeless cook, yet made the greatest ever flavoured popcorn. Together we would use a stove-top popper with a wooden handle…churn the butterfly kernels…wait for that first magical pop…then another…then 10…then a snare drum crescendo, and finally the smell of freshly popped corn would fill the room. We spent hours experimenting with different toppings, always agonising over the extra pinch, drop or sprinkle that would make all the difference – our secret recipes.
Using these memories, recipes and
always testing everything first in that
same popper, I have created Propercorn.
Proper popcorn, just as it should be.
signature

domenica 2 dicembre 2012

Parlare da soli fa bene


E' una scena che capita a tutti di vedere: un uomo o una donna camminano per strada intrattenendo un'animata conversazione con se stessi. Il commento che facciamo di solito è sempre lo stesso: "Quello deve essere un po' matto". O perlomeno strano, strambo, stravagante. Parlare da soli, in effetti, viene comunemente ritenuto un segno di qualche instabilità mentale. Invece il primo studio scientifico condotto su questa diffusa abitudine rivela che è vero proprio il contrario: parlare da soli fa bene. Aiuta ad esercitare autocontrollo, riduce i comportamenti impulsivi, porta a sviluppare un migliore processo decisionale. Insomma, fa bene alla salute, mentale e fisica.
Psicologi della Toronto University sono giunti a questa conclusione, sfatando l'opinione dominante, al termine di una serie di test su volontari, ora pubblicati sulla rivista online Acta Psychologics. In alcuni di questi esercizi, ai volontari veniva impedito di parlare con se stessi, costringendoli a recitare ripetutamente sempre la stessa parola ad alta voce. Ebbene, coloro che potevano "parlare da soli" hanno regolarmente ottenuto risultati migliori nei test e dimostrato un generale beneficio rispetto ai volontari a cui veniva impedito di farlo.
Ci siamo resi conto che la gente agisca in modo più impulsivo quando non può usare la propria voce interiore e dunque in sostanza parlare con se stessa, mentre fa qualcosa", afferma il professor Michael Inzlicht, che ha diretto la ricerca. "Senza la possibilità di verbalizzare messaggi a se stessi, i volontari esaminati nei nostri test non erano in grado di esercitare lo stesso ammontare di autocontrollo". Si è sempre saputo che le persone conducono una sorta di dialogo interiore con se stessi, osserva lo studioso canadese, ma fino ad ora non era chiara l'importanza di tale funzione. "Mandiamo continuamente dei messaggi a noi stessi con l'intento di autoesaminarci, fare il punto su ciò che facciamo, ragionarci sopra", scrive Alexa Tullet, co-autrice dello studio
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"Parlando con noi stessi ci diciamo per esempio che dobbiamo continuare a correre anche se siamo stanchi mentre facciamo jogging, oppure di smettere di mangiare anche se avremmo voglia di un'altra fetta di torta, o di trattenerci dal perdere le staffe nel pieno di una discussione. Talvolta questi messaggi esistono solo a livello di pensieri, restando silenziosi, altre volte vengono esplicitati, in una sorta di conversazione ad alta voce con noi stessi. Il nostro esperimento dimostra che questo dialogo interiore è comunque utile e molto diffuso, anche se non sempre la gente si rende conto di farlo.".
Sicché, la prossima volta che vediamo qualcuno parlare da solo, non diciamo che è un po' matto. Anche perché la volta dopo potremmo essere noi a parlare da soli, senza accorgercene.

giovedì 29 novembre 2012

Ci proibiranno anche le tombe?

"E' vietato raccontarsi la vacanza e masticare chewing-gum". "E' vietato aspettare l'autobus con un portachiavi di peloches in mano". Firmato Gianni Alemanno. O meglio una delle tante parodie che si moltiplicano da quando il sindaco di Roma ha emanato una ordinanza antipanino. Dal 1 ottobre, in centro, sedersi su gradini o muretti per fare spuntini o merende comporta una multa fino a 500 euro.
 

 
Altre ordinanze pazze? Nel comune di Novara è vietato fermarsi in più di due persone nei parchi e giardini pubblici dalle 23.30 alle 6.00 è anche proibito bere bevande alcoliche; ad Alassio c'è l'ordinanza anti-borsone ovvero il divieto di girare con grandi borsoni (solo per stranieri); a Capri e Positano non è possibile indossare zoccoli perché ritenuti troppo rumorosi; in molte località (Diano Marina, Alassio, Venezia, Riccione, Taormina, Eboli, Amalfi, Ravello) è proibito passeggiare per strada senza maglietta o in bikini; a Roma è vietato rovistare nei cassonetti; a Sanremo è vietato chiedere indicazioni stradali alle prostitute; divieto di costruire castelli di sabbia in spiaggia a Eraclea perché "ostruiscono il passaggio"; vietato baciarsi in macchina a Eboli - potrebbe costarvi 500 euro di multa; a Vigevano, città in provincia di Pavia è vietato sedersi sui gradini di un monumento. 160 euro di multa per questo grave vandalismo; ad Assisi, città di San Francesco è vietato l'accattonaggio e il nomadismo, «per salvaguardare i luoghi di culto e la decenza»; il divieto, da parte del sindaco di Teggiano, di utlizzare di sera il calciobalilla a causa degli schiamazzi di chi faceva gol. A luglio una donna in shorts e bretelle si è vista cacciare da un municipio di Trani, dove il sindaco ha imposto un look castigato. Il premio della creatività va al primo cittadino di Falciano (Caserta), che in primavera ha vietato di morire: in paese manca il cimitero e, in attesa dei fondi per quello nuovo, "è proibito oltrepassare il confine della vita terrena, per quanto nelle possibilita' di ciascuno". Dal 5 marzo, giorno della firma, ci sono state decine di disobbedienti. Nessuno ha avuto il cuore di multarli, pero'.
 

 

 
 

 

          
         
 

Le 50 sfide del mondo odierno

Atene e Sparta, Stato e Chiesa, Romantici e Illuministi, Usa e Cccp, Milan e Juve. E ancora Coppi e Bartali, Yin e Yang e...Bene contro Male: quanto piacciono le rivalità, quanto piace dividere il mondo in due e tifare per una parte. O anche tifare per la rivalità stessa, perchè ci intriga, ci diverte e ci fa sentire più vivi. Abbiamo provato a ragionare sulle grandi conflittualità del mondo tech, che siano personali, aziendali, ideologiche, e abbiamo scoperto cose interessanti.
Ad esempio che alcune sono solo mediatiche, altre sono solo teoriche, altre lo sono solo per noi utenti. Altre che non lo sono per niente, ma a noi terrestri piace così, perchè siamo nati per raccontarcela e per tifare. E comunque il business si nutre di competizione, quindi più rivalità uguale più scelta e più qualità per il pubblico. Ecco qui 50 casi grandi e piccoli, di giocosa rivalità che circondano le nostre vite e tendenzialmente le migliorano. Senza dimenticarci che Angeli e Demoni sono due facce della stessa medaglia.
Libro contro ebook - La strada è segnata e la crescita dell'ebook inevitabilmente esponenziale. Enormi le conseguenze: una rivoluzione nel mercato della distribuzione, la moltiplicazione degli autori fai-da-te, l'abbattimento dei prezzi, nove forme di narrativa. L'industria della carta insegue, con il rischio di finire come la discografia.
Canon contro Nikon - Una delle rivalità più costruttive della storia, al punto che per alcuni il mopndo si divide in Canonisti e Nikonisti. E pensare che la prima Canon, la Hansa prodotta negli anni '30, aveva obiettivi Nikon. Poi Nikon entrò nel mercato delle 35mm e iniziò la competizione. In realtà le due case giapponesi non si sono mai fatte la guerra se non con i loro prodotti, che si inseguono a vicenda elevando sempre la qualità della fotografia, sia analogica che digitale. Corpi perfetti, obiettivi pazzeschi, accessori a iosa, tecnologia in continua crescita. I grandi della fotografia le hanno impugnate entrambe ed è impossibile dire quale sia meglio tra i due sistemi. Canon predilige il Cmos, Nikon il Ccd, ma quello che conta di più nella scelta degli utenti è il feeling, l'ispirazione, l'istinto.
Nintendo contro Sega - Ma anche Super Nintendo contro Mega Drive e Mario contro Sonic: quella tra le due case giapponesi è stata la disfida per antonomasia nel mondo dei videogame a inizio anni Novanta. Terminata con un leggero vantaggio per Nintendo, in termini di vendite di console, anche se dalle nostre parti il Mega Drive è andato meglio: merito, senza ombra di dubbio, della pubblicità con Jerry Calà.
Bill Gates contro Steve Jobs - Il primo è un mito nerd, il secondo un mito assoluto al limite del metafisico. Si sono combattuti sul piano tecnologico, filosofico, estetico, comerciale. Su quello personale si sono beccati e infine (forse) riappacificati. Due storie lontane fra loro, due aziende lontanissime, due visioni che hanno diviso il mondo; comunque sia due geek visionari che resteranno nella storia. Se nella percezione comune la fama di Jobs surclassa quella di Gates, in prospettiva storica e quanto a importanza sostanziale potrebbero stare entrambi sullo stesso piano?
Sky contro Mediaset Premium - Ma anche la famiglia Murdoch contro la casata Berlusconi, il satellitare contro il digitale terrestre, il gossip, la politica... È dal 2003 (nascita di Sky) che si fronteggiano: Silvio, da premier, ha sempre arginato le mire espansionistiche di Rupert, ma ora cosa succederà? I canali sono ricchi di offerte, ma i due tycoon sono per vari motivi in calo di prestigio personale e minacciati dall'avanzata di Youtube e delle tv web.
PlayStation contro Xbox - Dopo il clamoroso successo centrato con la prima PlayStation, che aveva relegato in secondo piano il N64 e cancellato il Saturn di Sega, la nuova sfida di inizio millennio pone di fronte PlayStation 2 e un avversario inaspettato, quella Xbox sfornata a sopresa da Microsoft: una gran bella macchina, che non fa sfracelli ma si sa valere. Tanto che il secondo round tra PS3 e 360 si combatte ad armi pari.
Auto elettrica contro benzina - Agli albori dell'auto, l'elettrica sembrava meglio, poi prevalse quella con il motore a combustione interna. Ora la macchina a batteria sta cercando di vendicarsi, ma i tempi sono ancora lunghi e le conseguenze geopolitiche incerte, a meno che la tecnologia non acceleri e i suoi vantaggi superino gli svantaggi.
Fifa contro Pes - Una tenzone a fasi alterne: mentre Fifa per anni ha puntato al calcio arcade, Pes conquistava il cuore degli appassionati con la sua vocazione simulativa. Poi, improvvisamente, Pes è entrato in crisi e le posizioni si sono invertite. Oggi sono entrambi ottimi, ma Fifa ha raggiunto una profondità maggiore.
Facebook contro Twitter - Sono i due social network più rocciosi di tutto il panorama 2.0, ma si basano su premesse completamente differenti. Facebook è più affollato e si fonda sulla condivisione senza se e senza ma; Twitter, con la filosofia dei follow e il meccanismo dei retweet, valorizza i contenuti più interessanti. Ma entrambi hanno rubato qualcosa all'altro (Facebook con l'introduzione degli aggiornamenti, Twitter con l'integrazione delle foto) e la contrapposizione rimarrà sempre netta.
Cuffie contro auricolari - Il comfort avvolgente di un paio di cuffie Monster o la portabilità degli auricolari? Dipende tutto dalle abitudini, ma se le ingombrantissime cuffione non sono ancora sparite dalla circolazione un motivo c'è. Anzi più di uno: migliore isolamento acustico dall'ambiente esterno, maggiore stabilità e resistenza alle vibrazioni, range dinamico dei suoni più ampio e soprattutto nessun fastidio ai padiglioni auricolari. Di contro, i non puristi in genere preferiscono portarsi in giro un paio di piccolissimi auricolari (magari in-ear) da schiaffarsi in tasca e recuperare al momento.
Cani contro gatti - Gli animali ormai sono i veri dominatori di Internet, da Youtube ai meme. Tra le due specie, i felini sembrano decisamente in vantaggio - vedasi a titolo di esempio Simon's Cat e il Nyan Cat. I cani faticano a tenere il passo, salvo alcune razze particolarmente adorabili come il corgi, avvistato spesso in giro per la Rete agghindato con buffi costumi.
 
 
Cani e gatti che si sussurrano nelle orecchie


Atari contro Amiga - Uno scontro titanico che disintegrò più di un'amicizia a cavallo tra anni 80 e 90, la versione leggermente più nerd della guerra Sega-Nintendo. La battaglia vide vincitrice nelle vendite la macchina Commodore, dotata effettivamente di hardware migliore. Ma ai tempi le discussioni tra appassionati erano furibonde: l'ST aveva un'interfaccia MIDI incorporata che lo rendeva appetitoso per i compositori musicali, era più economico ed era uscito prima. Di contro, con pochi soldi in più portavi a casa un Amiga dalla grafica più raffinata e veloce e un sonoro più dettagliato. Ma sono solo le differenze più eclatanti, negli anni di vita delle due macchine è stato scritto di tutto.
Doppiaggio contro sottotitoli - Il doppiaggio consente di non perdere niente di ciò che accade sullo schermo, ma può rovinare il lavoro degli attori se non è fatto a regola d'arte (cosa che accade sempre più spesso, di recente). Per contro, i sottotitoli salvano la recitazione originale, ma devono necessariamente asciugare la lunghezza delle frasi e obbligano a distrarre l'attenzione dalle inquadrature. La scelta è facilitata se il film è in lingua inglese, perché lo comprendiamo meglio, ma è tutt'altro che scontata, ad esempio, sulla cinematografia coreana, iraniana, cinese.
iOs contro Android - Uno degli scontri più recenti (e feroci) della storia della tecnologia. Due sistemi operativi basati su filosofie diametralmente opposte: iOS, partorito dal team di Steve Jobs, incarna la visione Apple con un'interfaccia fluida e semplice e uno stretto controllo su contenuti e hardware (gira solo sui prodotti della mela); Android, acquisito e portato a maturazione da Google, punta a versatilità e massima diffusione, sacrificando un po' le prestazioni. Chi ama uno, di solito odia l'altro.
Streaming contro download - Preferisci la sensazione di scegliere all'ultimo secondo che film guardarti o sei più per goderti qualità dell'immagine e del suono, magari con la possibilità di passare da audio italiano a originale e viceversa? Gli ultimi anni hanno visto un proliferare incredibile di metodi e siti poco ortodossi (e poco legali) per guardare la tua serie tv preferita, ma le due scuole di pensiero sono rimaste la visione 'qui ed ora' e lo scaricamento ponderato.
Star Trek contro Star Wars - Il trionfo dell'epica spaziale da un lato, l'apoteosi della fantascienza sociale dall'altro: Guerre stellari e Star Trek hanno marchiato a fuoco l'immaginario collettivo di intere generazioni, ma hanno anche scavato un solco incolmabile tra i fan dell'una e dell'altra saga. Quando i seguaci della Forza attaccano, hanno gioco facile nell'evocare le derive pretenziose e pallose di Kirk e compagnia bella; dal canto loro, i Trekker affondano facilmente il coltello ricordando la seconda trilogia.
Tastiera contro touch - L'arrivo dei telefoni full-touch ha scombussolato il mondo della tecnologia mobile in generale, soprattutto perché in pochi credevano che diteggiare compulsivamente su uno schermo piatto potesse essere veramente produttivo anche nella scrittura di sms e brevi e-mail. Finché l'innovazione è rimasta confinata agli schermi da 4 pollici, il mondo delle tastiere cliccanti e dei laptop non si è sentito minacciato. Ma con l'arrivo di iPad e tablet a feedback aptico, si è aperto uno squarcio: meglio la rassicurante sensazione di sentire i tasti sotto i polpastrelli o la praticità di portarsi dietro un dispositivo leggero e sempre pronto a entrare in azione?
Mp3 contro cd - Entrambi hanno più di un decennio di storia alle spalle, ma sono ancora i formati più diffusi per lo stoccaggio di musica digitale. A prima vista la bilancia sembra pendere in favore dell'mp3: più versatile, comodo, non vincolato al supporto ottico. Ma ci sono motivazioni non del tutto razionali di cui bisogna tenere conto prima di dichiarare il ko del cd. Prima di tutto il fattore-feticcio: da erede del mitico vinile, il compact disc veicola in parte quel senso del possesso che ormai trasmettono solo i libri contrapposti agli ebook. E poi c'è una folta schiera di persone che per un motivo o per l'altro non si sono mai avvicinate a un iPod, ma che non hanno problemi a inserire un disco nel lettore dell'autoradio.
Instagram contro Hipstamatic - Sfida nel mondo di iOs. Da una parte un'app spiccatamente dedicata ai fan della lomografia, un emulatore di toy-cam con tanti filtri a disposizione. Dall'altra un vero e proprio social network che fa fulcro sulla condivisione di foto vintage. La contrapposizione è proprio questa: chi è interessato alle implicazioni social dei propri scatti artistici, preferisce il più modesto (e gratuito) Instagram; chi privilegia una scelta più ampia di filtri non ha problemi a sborsare qualche euro per Hipstamatic e i suoi pacchetti aggiuntivi.




Google contro Bing - Uno è il motore di ricerca più usato tra Europa e Stati Uniti. L'altro è di proprietà dell'azienda di software più famosa del mondo. Negli ultimi 10 anni Google è diventato talmente conosciuto che il confronto sembra inutile, ma le percentuali bulgare con le quali Mountain View domina in Europa si livellano di molto quando il terreno diventa quello del nuovo continente: segno che lo strapotere di Google non è inscalfibile. In più, Bing ha come asso nella manica una partnership con un certo social network da 900 milioni di iscritti, e da inseguitore sta raccogliendo critiche piuttosto positive sulla rilevanza e la chiarezza dei risultati restituiti. Al contrario di Google che secondo molti sembra un po' dormire sugli allori. Forse il futuro può riservare sorprese.




Londra e la ciclabile fra le nuvole

Basta piste ciclabili, la viabilità del futuro corre sopra i palazzi. Dopo l' ebbrezza architettonica delle Olimpiadi, a Londra si respira ancora aria di rinnovamento ma questa volta si pensa all'ecologia.
Il sindaco Boris Johnson sta lavorando per la realizzazione di ciclabili sospese in aria che aiutino i ciclisti ad attraversare la città evitando il traffico. L'idea è dell'architetto Sam Martin, inglese 43enne che ha abbandonato la sua passione per le due ruote proprio a causa del traffico cittadino.
Vista l'impossibilità di abbattere edifici o modificare la viabilità per far posto nuove ciclabili, Martin ha pensato di portare la strada nei cieli, da qui il nome di SkyCycle, un po' come fatto a New York con la High Line, una strada sopraelevata interdetta al traffico automobilistico che attraversa la grande Mela.
Nell'idea di Martin le nuove piste sarebbero costituite da tunnel di vetro connessi da piattaforme sopraelevate e collegati con le principali stazioni della metropolitana e degli autobus per integrarsi con la rete dei trasporti pubblici.
Per i costi, che ammontano a diversi milioni di sterline, si sta pensando di ricorrere a degli sponsor. Il sistema dopotutto è già stato sperimentato con il bike sharing, che a Londra si avvale dell'aiuto di una nota banca. Per accedere alle piste volanti i ciclisti pagherebbero una sterlina al giorno, meno della metà di un biglietto per la metro o per l'autobus e, per maggiore comodità, la cifra verrebbe pagata direttamente con la tessera dei mezzi pubblici.
Se ad alcuni questa visione appare fin troppo futuristica, Johnson pensa che il primo tratto potrà essere completato già nel 2015. Mentre da noi
ancora si lotta per avere delle ciclabili su strada.
 

mercoledì 28 novembre 2012

Cari vecchi cavalieri dello zodiaco

 
I cavalieri dello zodiaco

Si racconta che nei periodi di maggior crisi, quando la fine del mondo sembra vicina, l’umanità può contare solo su una schiera di valorosi cavalieri, devoti ad Atena e protettori della giustizia: I Cavalieri dello Zodiaco. Ogni cavaliere rappresenta una costellazione ed una sola, ed ogni cavaliere è protetto da una speciale armatura, in base al materiale della quale i cavalieri si dividono in Cavalieri di Bronzo, Cavalieri d’Argento e Cavalieri d’oro. Questi ultimi sono i più potenti e rappresentano le dodici costellazioni dello zodiaco. Esistono infine alcuni cavalieri neri, guerrieri oscuri e nemici di Atena e della giustizia.
Nella fattispecie
 
Aries
 
Mur è l’ultimo discendente degli alchimisti dello scomparso continente Mu. Ha sempre nutrito dubbi sulla figura del gran sacerdote, tanto che decise di ritirarsi nello Jamir , dove riparava armature. Successivamente, torna a difendere la casa dell' ariete nella guerra sacra contro Hades.
Mur è dotato di una straordinaria capacità psicocinetica, tale da consentirgli persino di riparare i cloth , oltre che di guarire le ferite del corpo. Sempre grazie ai suoi poteri mentali , riesce a creare il Cristal wall ed il Cristal net, due tecniche cosmo-psicocinetiche e controllare e bloccare cose e persone anche a notevole distanza. Il cavaliere dell’ariete ha inoltre una grandissima capacità di teletrasporto, potendo spostarsi ovunque voglia, e potendo anche teletrasportare altre persone. Lo Stardust revolution è la sua tecnica diretta, ma, l’extinction, pur essendo un colpo indiretto, risulta ancor più devastante della prima , in quanto è una tecnica che annienta l’avversario (se mur non vuole uccidere il nemico, con questa tecnica lo teletrasporta in un luogo da lui deciso).
È il Cavaliere d'oro custode della prima casa dello zodiaco, il Palazzo del Montone Bianco: alto e slanciato, si caratterizza per dei lunghi capelli color rosa (biondi nel manga), spesso legati, e per le sopracciglia ispirate ai dipinti dell'epoca Heian. Il suo maestro è stato il Gran Sacerdote Shin, che ritroverà come "nemico" nella serie di Hades.
Mur è uno dei personaggi più rilevanti e apprezzati della serie. Isolato sul Jamir (regione che non esiste ma che richiama fortemente sia per il nome che per la conformazione geografica il Pamir e il Jammu-Kashmir), svolge una vita di ritiro e meditazione assieme ad un orfano da lui protetto di nome Kiki (nella versione italiana dell'anime è suo fratello). È pressoché impossibile vedere Mur perdere la calma, accennando a qualche urlo soltanto nei momenti (decisamente rari) in cui scaglia dei colpi. Questo comportamento richiama senza dubbio l'indole e l'opera di tanti monaci tibetani e la filosofia buddhista. Vale l'esempio della citazione dell'Itivuttaka:« Ci si alleni a fare il bene che dura a lungo e produce felicità: si realizzi la generosità, la calma interiore e il pensiero colmo di benevolenza; realizzando queste tre condizioni che conducono alla felicità, il saggio certamente rinasce nel beato mondo imperturbato. »
La sua pace interiore sovente ben rende la sua posizione di personaggio pulito e positivo, un saggio equilibrato che subito comprende che il Santuario è in mano a forze malefiche.
Culturalmente vicino a Virgo, altro forte richiamo al buddhismo seppure di matrice differente, riesce a comprenderlo perfettamente (come accade nel caso del suo sacrificio nella saga di Hades) e sembra essere uno dei pochi verso cui Virgo mostri amicizia. Il suo carattere lo porta però ad essere molto amico anche del Toro, altro personaggio molto docile e pacifico: la loro amicizia si evince dal loro stare spesso insieme, da varie chiacchierate in momenti secondari della serie animata e dal pianto commosso che il Cavaliere dell'Ariete sprigiona dopo aver visto il sacrificio dell'amico che gli ha salvato la vita.
Non si conosce quasi nulla sull'infanzia e sull'allenamento di Mur. Da ragazzo venne allenato dal Grande Sacerdote Shin, il precedente cavaliere d'oro dell'Ariete. Mur non ebbe buoni rapporti con Arles, ovvero il Grande Sacerdote che spodestò segretamente Shin, ed infatti, prima dell'inizio della serie classica, non fece ritorno al Grande Tempio, nonostante le numerose insistenze del sacerdote, preferendo riparare armature tra i monti compresi tra l'India e la Cina.
 
Taurus
 
 
È un Cavaliere d'oro, appartenente alla costellazione del Toro e per la sua mole e la sua forza è soprannominato il "toro selvatico d'oro".
Il nome originale del guerriero deriva dalla stella
Aldebaran, la più luminosa della costellazione del Toro. Nella versione italiana dell'anime (come molti altri personaggi) il Cavaliere non ha un nome proprio, e viene chiamato semplicemente Toro: la cosa curiosa è che è l'unico tra quelli senza un nome ad avere il corrispettivo del segno in italiano.
Aldebaran è molto differente dagli altri cavalieri d'oro, decisamente più astiosi o irriverenti nei confronti degli avversari e rimane quasi sempre pacato e in posizione d'attesa. Da sottolineare anche che è l'unico Cavaliere d'oro che non è intervenuto in qualche frangente della storia prima della corsa alle Dodici Case. Questo riflette anche il suo carattere tranquillo e scherzoso, che lo rende uno dei personaggi più simpatici.
Nonostante l'entrata in scena infatti minacciosa, Aldebaran si rivela presto il classico "gigante buono".
Nonostante la sua mole Aldebaran sembra avere un animo piuttosto sensibile.
Originario del Brasile, dove è nato, cresciuto ed è stato addestrato. In Brasile è considerato quasi il personaggio nazionale per la sua provenienza. A del carattere bonario, Aldebaran è comunque un personaggio molto acuto, essendo l'unico dei pari rango, eccetto i due già in conflitto col Grande Sacerdote, a capire da che parte sia la dea Atena che gli si pone davanti.
L'armatura del Toro è la più imponente e massiccia delle 12 sacre armature d'oro. Con riflessi più scuri delle altre, è formata da un torso riccamente decorato che denota la muscolatura imponente del prescelto che la deve indossare (è l'unica che evidenzia addominali e pettorali, anche se nel manga vengono evidenziati i pettorali dell'armatura del leone), ad evidenziare uno dei tratti più comuni del simbolo che rappresenta: il toro è infatti un animale decisamente imponente e muscoloso. Sulle spalle vi sono due enormi spalliere decorate da corni, presenti anche sui gambali e sui bracciali. L'elmo, decisamente caratteristico, richiama molto gli elmi di guerra vichinghi, ed è formato da un casco centrale, decorato solo nella serie animata da una parte blu scura, arricchito da due evidenti corni, uno dei quali verrà spezzato.
Aldebaran è uno dei Cavalieri d'oro più controversi: a livello di forza e abilità è ritenuto da molti fan della serie uno dei più deboli, per altri è soltanto uno di quelli più sfortunati a causa del copione della storia, adducendo il fatto che in realtà i Cavalieri d'oro abbiano tutti pari valore in battaglia e che lo stesso Mur dell'Ariete nutra grande stima nella potenza del saint del Toro, più volte ripetuta e confermata. Lo stesso Milo di Scorpio mostra una certa stima verso il cavaliere della seconda casa davanti ad Arles, chiedendogli il permesso di unirsi ad un'eventuale lotta. Il modo di combattere di Aldebaran non può che essere basato sulla sua enorme possenza e forza fisica, che riesce tuttavia a coniugare con un'estrema agilità e velocità, dovuta anche alla possibilità di muoversi alla velocità della luce (in altre parole è un Saint possente dotato di grande potenza e straordinaria velocità).
La posizione da battaglia del Toro, a braccia conserte, riunisce efficacemente attacco e difesa. La possibilità di colpire alla velocità della luce permette al Cavaliere di attaccare e riportarsi in posizione di difesa quasi istantaneamente, impedendo al suo avversario di capire dove indirizzerà i suoi colpi.
 
Gemini
 
 
 
Il personaggio è stato prima un Cavaliere d'oro, appartenente alla costellazione dei Gemelli, poi Grande Sacerdote con il nome Arles (Ares in originale), celando la sua vera identità di Cavaliere. Ha un fratello gemello di nome Kanon, anch'egli Cavaliere d'Oro dei Gemelli.
Gemini è diviso fra due personalità: una malvagia e una buona. Entrambe le trasformazioni sono caratterizzate dal cambio di colore dei capelli e degli occhi.
Originariamente era un Cavaliere dal carattere buono e caritatevole, amato da tutti gli abitanti del Grande Tempio. Suo fratello gemello Kanon, gli propose l'assassinio della piccola Atena, ma Gemini rifiutò e per punire il fratello lo condannò nella prigione marina di Capo Sounion. A causa di questo evento, in Gemini si manifestano due identità distinte, una benevola e l'altra maligna che, da lì a poco, avrebbe preso il controllo del suo corpo. Proprio a causa di questa entità oscura presente in Gemini, il Grande Sacerdote Shin non lo prese come suo successore, preferendo affidare il compito a Micene di Sagitter. Controllato dalla sua parte malvagia, Gemini uccise e si sostituì a Shin nell'Altura delle Stelle per poi tentare l'uccisione della neonata reincarnazione di Atena, venendo fermato all'ultimo istante da Micene, che fuggì portando con sé Atena.
Preso il posto del Sacerdote (nell'anime utilizzando il nome di Arles), Gemini ordina ai Cavalieri del Grande Tempio (nell'anime non impartisce le missioni direttamente ma lo fa attraverso i suoi due fidi comandanti) di recuperare l'Armatura di Micene.
Il design di Gemini diverge molto fra la versione animata e quella dei fumetti: nel manga classico i capelli di Gemini sono biondi, ma data l'eccessiva preponderanza di toni giallo oro nel design dell'autore Kurumada, il personaggio (come tanti altri) ha subito un cambio di tinta, per avere un contrasto maggiore (in questo caso in blu scuro), mentre la parte malvagia nel manga ha i capelli neri, mentre nell'anime ha subito il cambiamento di tinta in grigio. Durante la produzione del manga Episode G, l'autore Megumu Okada ha lasciato i capelli scuri per il Gemini malvagio e chiari per il buono, con la differenza che nelle pagine a colori i capelli della metà buona appaiono bianchi, mentre quelli della parte cattiva sono neri con riflessi blu.
Nei settei dell'anime classico e nei primi episodi, Gemini appare con i capelli castani invece che blu quando vestiva i panni del Sacerdote Altra differenza tra il manga e l'anime classico è che nel primo, quando indossa i panni del Sacerdote, il suo volto è oscurato dall'elmo che indossa, mentre nell'anime, invece, gli autori hanno coperto il volto di Gemini utilizzando una maschera blu. Un altro elemento particolare nel design di Gemini (ma più in generale delle vesti dei Sacerdoti di Atena) è il simbolo presente sull'elmo, simile ad un serpente; curiosamente ricorda l'Ofiuco, che è il tredicesimo segno zodiacale secondo l'astronomia. Nell'anime quando appare nei panni di Arles, Gemini è solito indossare una elmo rosso e dei coprispalle dello stesso colore, decorati con degli spuntoni.
Gemini è un personaggio dalle due personalità (una buona e una maligna), come a sottolineare la sua appartenenza alla costellazione dei Gemelli. Possiede una parte buona (caratterizzata dai capelli scuri) e una malvagia (caratterizzata dai capelli grigi) che lo portano a soffrire di schizofrenia.
La prima parte a comparire è proprio quest'ultima che oltre al cambio di colore dei capelli si aggiunge anche il cambiamento della sclera dei suoi occhi che diventa rossa. L'origine di questa personalità malvagia non viene mai rivelata chiaramente, ma di certo si è acuita dopo le accuse mossegli di Kanon e la mancata nomina a successore del Grande Sacerdote. La parte negativa rende Gemini un essere privo di scrupoli, il cui unico obbiettivo è quello di dominare la Terra spodestando Atena, considerandosi il "Salvatore di quest'epoca", ossia il più adatto per proteggere gli uomini dagli dei dominando su di essi in quanto più forte. In altri termini la parte negativa di Gemini abusa del suo ruolo di Grande Sacerdote per poter dar sfogo alla sua sete di potere spiegando le sue azioni come legittime. Per ottenere il suo scopo non si pone scrupoli: uccide prima Shin, poi tenta l'uccisione di Atena. La malvagità, le esagerate manie di grandezza hanno reso la parte malvagia di Gemini immeritevole di indossare l'Armatura d'oro dei Gemelli: la Dea, e di conseguenza la volontà dell'Armatura d'oro che da essa deriva, non approva minimamente la filosofia del fine che giustifica i mezzi; essa, infatti, si ribella al suo volere e abbandona infine il Cavaliere.
Quando è sotto il controllo della parte buona, Gemini ha un carattere buono, gentile e leale ed è uno dei Cavalieri più devoti alla dea Atena. Spesso si dimostra in grado di resistere alla parte oscura, ma soltanto per un lasso di tempo molto breve. Nonostante appaia sempre freddo e distaccato, Gemini ha una forte sensibilità; non esita a piangere di fronte alla dea in punto di morte.
Gemini è sicuramente uno dei più forti Cavalieri d'Oro, capace di colpi fisici, mentali e dimensionali. Il Cavaliere è in grado di generare illusioni e di controllare la sua Armatura a distanza. Inoltre è dotato di capacità telepatiche. Altro potere di Gemini, poco utilizzato nel corso della serie, è la sua capacità di privare il nemico dei cinque sensi.
Nella serie animata, in una delle ultime puntate del Grande Tempio, asserisce di avere un cosmo doppio rispetto a quello degli altri Cavalieri d'oro, anche se non è esplicitato se intenda doppio in quanto potenza o doppio perché legato a due personalità diverse.
 
Cancer
 

 Cancer nella veste di Specter di Ade


È il Cavaliere d'oro della costellazione del Cancro ed inizialmente antagonista dei protagonisti, in quanto schierato consapevolmente dalla parte del Cavaliere d'Oro malvagio di Gemini.
Cancer viene per lo più raffigurato come un personaggio negativo nella serie de I Cavalieri: fin dalla sua prima apparizione afferma di credere che la giustizia stia dalla parte di chi detiene il potere, rivelando di essersi schierato spontaneamente dalla parte di Gemini, e di non farsi scrupoli quando si tratta di eliminare un nemico, anche se durante tale battaglia vengono coinvolte persone innocenti poiché "anche durante le guerre si bombardano città e si uccidono donne e bambini", ritenendo che il fine giustifichi sempre i mezzi.
Possiede inoltre la macabra abitudine di collezionare le teste delle sue vittime (siano essi nemici o persone innocenti coinvolte nella battaglia) sulle pareti della sua Casa come maschere mortuaria, impedendo alle loro anime di raggiungere l'aldilà. Lui stesso ammette di essere chiamato Death Mask (maschera mortuaria, appunto) proprio per questa sua abitudine.
Il suo aspetto fisico è quello di un giovane uomo con gli occhi azzurri e i capelli blu (argentei nel manga e nel romanzo Gigantomachia) corti e viene per lo più disegnato con addosso la sua Sacra Armatura. Nell'anime si è pensato inoltre di allungare le unghie del Cavaliere quando questi è in preda all'ira, come a voler rimarcare la sua ferocia.
La sua tecnica principale consiste nel separare l'anima del nemico dal corpo, gettando quest'ultima nel mondo dei morti e deriva dal fatto che l'Ammasso del Presepe della costellazione del Cancro viene tradizionalmente associato dai popoli asiatici ai fuochi fatui, che erano rappresentazioni dell'anima quando lascia il corpo, e considerata la porta d'accesso per l'altro mondo, ed è inoltre l'unico Cavaliere a potersi liberamente muovere tra il mondo dei vivi e la Bocca di Ade. È inoltre dotato di capacità psicocinetiche che gli permettono di colpire bersagli che si trovano a grande distanza e della capacità di potersi teletrasportare dovunque voglia.
 
Leo
 
 
Ioria è il Cavaliere d'oro della costellazione del Leone; compare fin dall'inizio dell'anime senza però mostrare la sua identità di Cavaliere d'Oro, e si mostra subito come un guerriero nobile e magnanimo e mettendosi in mostra in luce più per la sua nobiltà d'animo e per la sua caparbietà che per i poteri spirituali di alto livello, che contraddistinguono altri Cavalieri d'Oro.Come molti altri personaggi nel manga classico i capelli di Ioria sono biondi.
Ioria è il fratello minore, impulsivo e coraggioso,,del Cavaliere d'oro Micene di Sagitter, che tutti credono un traditore. Proprio da Micene, per il quale provava un grande affetto oltre ad una forte ammirazione, Ioria è stato addestrato al Grande Tempio di Atene per diventare un Cavaliere di Atena. Lo scopo principale delle azioni di Ioria, oltre quello di dimostrare fedeltà alla Dea, è anche quello di rimediare agli errori del fratello, di cui sente le colpe ricadere su di sé.
In seguito, Arles colpisce il Cavaliere del Leone con il Demone dell'Oscurità, facendolo cadere completamente sotto il suo controllo mentale. L'unico modo per risvegliarsi sara' uccidere uno dei suoi avversari. Riuscira' infine a liberarsene.
 
Virgo
 
 
Virgo è un Cavaliere d'oro, custode della sesta casa dello zodiaco e appartenente alla costellazione della Vergine. È alto, slanciato, ha lunghi capelli biondi e occhi azzurri. Viene definito come "L'uomo in assoluto più vicino a Dio" Considerato la reincarnazione di Buddha, Virgo è inizialmente l'unico Cavaliere d'oro a possedere l'ottavo senso chiamato anche (Arayashiki), avendolo raggiunto all'età di sei anni. Nel manga l'ottavo senso viene definito come l'ottavo livello di conoscenza che può essere raggiunto solo superando il settimo senso, raggiungendo così uno stato superiore di coscienza. Nei suoi discorsi con il Buddha, questi gli rivela l'essenza della vita: "La morte non è la fine di tutto, ma al più un cambiamento. Solo se apprenderai ciò con la meditazione, nonostante la tua natura di essere umano, sarai l'uomo più vicino agli dei". L'ottavo senso consiste, infatti, nell'essere padroni di questo profondo cambiamento spirituale in modo tale da poter entrare da vivi nel regno dei morti. Caratteristico del Cavaliere (personaggio borioso, sempre certo di essere nel giusto), è il tenere continuamente gli occhi chiusi, consentendo così, tramite la privazione di uno dei sensi, al suo cosmo di concentrarsi ed esplodere nel momento stesso in cui gli occhi vengono aperti.
Nonostante il suo potere, Virgo è però fedele ad Arles, che giudica il rappresentante di Atena in terra. Se il sommo sacerdote fosse malvagio, dell'ordine costituito non resterebbe più nulla. Cambiera', infine, idea.
La sua armatura, insieme a quella dell'Acquario, è l'unica tra quelle d'oro ad avere forma umana e ad essere dotata di un volto (che sparisce dentro l'elmo durante la vestizione) con tanto di capelli che vanno fatti retrarre parzialmente e poi ruotati verso l'alto diventando così le due ali a lato dell'elmo.
 
LIbra
 

 
 
È il Cavaliere d'oro della costellazione della Bilancia.
Punto di riferimento per tutti i Cavalieri, il più saggio e sapiente fra tutti, dopo la morte di Gemini nel manga viene definito come colui che è "in cima alla casta dei Saint"; grazie alla sua età ha accumulato notevole esperienza e possiede una vasta conoscenza sulle varie divinità ed i rispettivi Cavalieri. Ha ottenuto da Atena l'abilità chiamata Misopetamenos, grazie alla quale il suo cuore batte in un anno lo stesso numero di volte in cui il cuore di una persona normale batte in un giorno: a causa di ciò, nonostante abbia 261 anni, Dohko è in realtà molto più giovane.
Possiede nella sua forma anziana pochi capelli bianchi (nel manga raccolti in un codino), barba e sopracciglia folte e la pelle viola; è inoltre molto basso. Il suo aspetto è quello di un vecchietto decrepito di grande potere e saggezza. Lo si vede per buona parte del tempo seduto su una sporgenza rocciosa, a guardia, come si scoprirà in seguito, del sigillo di Atena che blocca il risorgere degli Specter di Ade in questo mondo. Nella sua forma giovanile ha invece i capelli castano-rossicci, la statura nella norma, la pelle rosata e la barba assente.
L'unico sopravvissuto assieme a Shin di Aries alla guerra sacra del XVIII secolo.
"Mai rivelare un segreto se non è necessario" dice il maestro. Libra, che è anche il più vecchio fra i cavalieri d'oro, è l'unico, con l'ovvia eccezione del defunto Micene, a non recarsi al Grande Tempio, preferendo restare ai cinque picchi. E' l'unico a saper distinguere senza problemi il male dal bene, l'ingiustizia dalla giustizia. La sacra armatura di Libra non è come le altre. E' dotata di poteri piuttosto singolari: oltre ad essere strumento di difesa, possiede sei paia di armi, per un totale di dodici. Le armi sono lo scudo rotante, le barre gemellari, la spada, la lancia bracciale, il tridente e la barra tripunte. Per ciascuna arma ne esistono due esemplari. Di dodici armi è dunque composta la sacra armatura, dodici armi per dodici cavalieri d'oro. E poi c'è il cavaliere di Libra, che tramite di Atena, decide a chi dare le armi. Valuta l'uomo che chiede di servirsene. Nessuno può usare le armi senza il consenso della Dea. Da sempre il cavaliere di Libra è l'ago di volta fra le benigne stelle e le forze oscure.
 
Scorpio
 
 
È il Cavaliere d'oro della costellazione dello Scorpione.
Milo dello Scorpione è il cavaliere d'oro che presiede l'ottava casa: egli è protetto dalla costellazione dello Scorpione. Egli è un cavaliere fedele al Gran Sacerdote Arles, infatti prima delle battaglie al Santuario, è il primo a rispondere al suo appello. In precedenza, si era distinto per aver distrutto l'isola di Andromeda ed aver ucciso Albione, benché aiutato da Fish che aveva ferito il nemico con una delle sue rose.
Il cavaliere d'oro di Scorpio si distingue per la fredda razionalità che dimostra nel combattere. Questo personaggio, così com'è stato delineato nella sua psicologia, sembra scindere, nel combattimento col suo avversario, il lato guerriero dal lato umano. Sembra che nella lotta Scorpio si muova per adempiere ai suoi doveri di cavaliere d'oro, ma il pensiero e le parole che rivolge al suo avversario sono tese a notare le sue caratteristiche caratteriali come il coraggio, l'ardore nella lotta e anche le motivazioni che inducono il suo avversario a lottare, come se non si limitasse solo a combattere ma osservasse il suo avversario molto attentamente durante la lotta, valutandone anche il valore a livello soprattutto umano più che bellico.
 
Sagitter
 
Micene nella saga di Hades mentre sta per scoccare la freccia che aprirà un varco nel Muro del pianto

 
E' un Cavaliere d'oro, appartenente alla costellazione del Sagittario e fratello di quello del Leone, Ioria.
Micene di Sagitter muore dopo aver tentato di salvare la reincarnazione della dea Atena da Gemini, avendo scoperto che egli aveva usurpato il trono del Grande Sacerdote, utilizzando il potere di tale carica per dominare il mondo. Colpevole di aver scoperto l'inganno, Micene viene dichiarato traditore del Grande Tempio ed è costretto a fuggire, ma nella fuga si imbatte nel Cavaliere d'oro Capricorn. Micene viene prima colpito da Capricorn senza armatura ma poi questa si pone a difesa del suo padrone e così Micene indossa la propria armatura di Sagitter e scaglia contro la roccia, sulla quale si trova Capricorn, il Sacro Sagitter (presente solo nell'anime) e fa cadere a terra il cavaliere del Capricorno. Questi si rialza ma subito dopo Micene nota che la piccola Atena non si trova dove l'aveva lasciata e vede che questa, gattonando, era andata ai piedi del suo avversario che lo invitò a scagliare nuovamente il Sacro Sagitter su di lui. Così Micene esita ovviamente a colpire, nel vano tentativo di dimostrare di essere nel giusto. Ferito mortalmente dalla tecnica di spada di Capricorn, si nasconde nei pressi del Santuario, in attesa di recuperare le forze. Lì incontra Alman di Thule a cui affida la piccola Atena e lo scrigno contenente l'armatura d'oro del Sagittario.
Più di una volta durante la serie lo spirito di Micene, che governa ancora la sua armatura, proteggerà Atena e la giustizia
L'Armatura del Sagittario è l'unica Armatura d'oro, insieme a quella della Bilancia, a possedere un'arma. La freccia del Sagittario inoltre non può ferire la dea.
Fatto curioso riguarda le ali, presenti nell'armatura in maniera decorativa (visto che non sembrano dotare il cavaliere che la indossa di poteri particolari): nella mitologia e nella rappresentazione della costellazione il Sagittario, infatti, è rappresentato come un centauro tendente un arco, ma totalmente privo di ali piumate.
 
Capricorn
 
 
È il Cavaliere d'oro appartenente alla costellazione del Capricorno.
Capricorn ha i capelli scuri, corti e spettinati e lo sguardo tagliente. Non lo si vede mai in abiti civili, ma sembre mentre indossa o la sua Sacra Armatura. I suoi attacchi si basano principalmente sul lanciare dei fendenti tramite gli arti, senza l'utilizzo di armi (odiate ad Atena). In quanto Cavaliere della costellazione del Capricorno egli possiede all'interno del suo braccio la spada sacra nota come Excalibur.
Inizialmente il manga classico la presenta come una tecnica che non viene mai chiamata "Excalibur" ma solo "spada sacra", sarà l'anime ha definire Excalibur come una spada che alberga nel braccio dei Cavalieri del Capricorno, come dono della dea per la fedeltà dimostrata dal primo Cavaliere di questa costellazione.
Il nome "Excalibur" fa riferimento all'omonima spada di re Artù.
 Si scontrò con Micene che stava fuggendo con Isabel, allora in fasce. Contro Micene, Capricorn si trovò in difficoltà, ma poi la piccola Isabel gli andò vicino e ciò impedì a Micene di scagliare il Sacro Sagitter e gli costò la sconfitta. Il potere di Capricorn è grande poiché il cavaliere ha nel suo stesso braccio la spada Excalibur. Agilissimo di gambe e fedele ad Arles, Capricorn si rivela ombroso e tende a tenere per sé le proprie emozioni non lasciando mai intendere ciò che sta realmente pensando. La personalità di Capricorn non è molto ben definita, tuttavia il Cavaliere sembra seguire una visione che identifica la forza con la giustizia, tant'è che (secondo quanto detto da Fish) lui era dei tre Cavalieri d'oro che appoggiava Gemini come Sacerdote, pur sapendo che in passato aveva tentato di uccidere Atena, ritendo che in futuro le sua azioni sarebbero state riconsiderate come giuste. Mette  in chiaro quale sia la sua linea di pensiero: secondo lui la giustizia, se priva di una grande forza a supportarla non ha alcun valore. Sebbene questo discorso a prima vista possa sembrare vicino all'ottica di personaggi come Cancer, esso va inteso come la necessità della presenza di qualcuno in possesso di una grande forza che si assicuri di preservare la giustizia, come i Cavalieri d'Oro.
 
Acquarius
 


È il Cavaliere d'oro appartenente alla costellazione dell'Aquario.
Aquarius, nonché maestro delle energie fredde, ha l'aspetto di un giovane dai capelli lunghi e gli occhi di colore blu scuro.
Le sue tecniche non producono colpi luminosi o raggi, ma sprigionano un'intensa energia congelante capace di fermare il movimento degli atomi, in tal modo può congelare all'istante qualsiasi cosa, raggiungendo lo zero assoluto.
Il potere che compete ad Aquarius non può prescindere da una conoscenza approfondita della fisica; la sua conoscenza scientifica ben si concilia con il suo stile freddo e calcolatore, tra i vari Cavalieri sembrerebbe uno dei più intelligenti.
Nei combattimenti Aquarius tende ad essere freddo e distaccato, studiando le circostanze per reagire poi a dovere.
 
Pisces

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È il Cavaliere d'oro, appartenente alla costellazione dei Pesci.
Fish viene presentato come il più bello fra i Cavalieri d'Oro, difatti è caratterizzato dal volto androgino e lunghi capelli azzurri e occhi dello stesso colore.
Personaggio privo di pietà nei confronti dei nemici, caratterialmente è una persona molto narcisista, difatti parla spesso della bellezza e considera la vittoria come la beltà che più s'addice ad un grande guerriero e considera la sconfitta come la peggiore delle umiliazioni. Secondo il suo punto di vista solo gli uomini avvenenti sono giusti e degni della vittoria, difatti non mostra pietà verso chi danneggia la bellezza o di ciò che non è bello.
Esattamente come Cancer, Fish sa perfettamente che il Grande Sacerdote ha cercato di uccidere Atena da neonata, ma gli è fedele perché ritiene che la giustizia stia dalla parte del più forte, per tanto le azioni del Sacerdote vengono sempre giustificate dal fatto che è lui a detenere il potere, oltre ad avere un carattere molto testardo.

Non ha colpi generati dall'energia cosmica come per gli altri Cavalieri d'oro ma lancia tre tipi di rose (una rossa, una nera e una bianca), ognuna di queste rose ha un potere specifico. Inotre può usare i poteri i petali delle sue rose per nascondersi creando illusioni.
 
Alcuni tra i Cavalieri d'oro