lunedì 29 ottobre 2012

Altro che statua per il povero Semelweiss...

 
Brevi cenni di febbre puerperale.

Lo Streptococcus pyogenes (sfere colorate di rosso) è responsabile della maggior parte dei casi di grave febbre puerperale. Si trova comunemente in gola e nel rinofaringe di portatori sani, in particolare durante l'inverno.
Classificazione e risorse esterne
 
Indice
1 Caratteristiche
2 Sintomi e segni   
3 Trasmissione
4 Origini del nome
5 Storia
5.1 La prima intuizione di Gordon
5.2 Le considerazioni di Holmes
5.3 La soluzione di Semmelweis
5.4 Il triste epilogo di Semmelweis
 
Caratteristiche.
 
Per febbre puerperale o sepsi puerperale si intende una grave infezione dell’utero che può verificarsi dopo un parto o un aborto. È provocata da una contaminazione da batteri, in particolare Escherichia coli, Streptococco o altri germi anaerobi che infettano l'endometrio, membrana che riveste l'utero, nelle zone in cui le mucose per vari motivi hanno subito una lesione.
 
Sintomi e segni.
 
L'infezione puerperale inizia generalmente con dolori all'utero. Solitamente sono presenti brividi, cefalea, malessere e inappetenza accompagnati da pallore, tachicardia e leucocitosi. Le lochiazioni possono essere diminuite o, al contrario, abbondanti e maleodoranti. Quando è interessato il paramètrio, il dolore e la febbre sono intensi.
 
Trasmissione.
 
L'infezione viene trasmessa per contagio diretto tramite lesioni della muscosa avvenute durante il parto. Fino alla seconda metà dell' '800 l'infezione era molto diffusa a causa del fatto che gli ostetrici, dopo aver sezionato cadaveri di donne morte di febbre puerperale, operavano sulle partorienti senza lavarsi le mani. La patologia è stata del tutto debellata grazie alle norme igienico-preventive adottate in ambiente sanitario.
 
Origini del nome.
 
Il termine "febbre puerperale" fu introdotto nel 1716 da Edward Strother, in un libro intitolato "Acritical Essay On Fevers", da "puerpera" (la donna che ha appena partorito), parola composta dal latino "puer" (bambino) e "pario" (partorire). Storia La febbre puerperale è testimoniata sin dai tempi di Ippocrate: la prima descrizione nota si trova nel Corpus Hippocraticum. Nel Libro I delle Epidemie, l'autore descrive un caso verificatosi a Taso: «La moglie di Filino, che aveva partorito una figlia. Il quattordicesimo giorno dopo il parto fu colta da febbre» con dolori addominali, brividi, delirio. La donna morì dopo venti giorni. Seppure la malattia è nota da tempo memorabile, a lungo non ne fu accertata la causa. Furono formulate svariate teorie, basate su osservazioni confuse e non supportate da dimostrazione speculativa: 1.teoria dell'arresto della libera fuoriuscita dei lochi: i lochi (secreti che fuoriescono dalla vagina per un periodo di circa 6 settimane dopo il parto), non espulsi e putrefatti a seguito del ristagno, risalgono nei tessuti e nel sangue, causando dolore, febbre e decesso della donna. La patogenesi veniva fatta risalire a eccessiva densità del sangue, ristrettezza o ostruzione dei vasi, aria fredda all’interno dell’utero, freddo all'estremità degli arti inferiori, o, infine, a “passioni che facevano retrocedere il cammino del sangue dall’utero”(paura, dolore); 2.teoria dell’impurità del sangue: secondo tale teoria durante i nove mesi di gravidanza, le vene avrebbero assorbito veleni prodotti dal materiale fecale accumulato. La causa dell’accumulo era attribuita all’utero che, ingrossandosi, esercita una pressione sull'intestino, provocando una stasi; 3.teoria della metastasi del latte: si credeva che il latte fosse composto da fluido mestruale trasformato, che raggiungeva le mammelle attraverso un dotto posto tra la sommità dell’utero e la punta del capezzolo. Nell'aprire il cadavere delle donne decedute di febbre puerperale, il pus che si trovava in addome appariva così simile al latte, che alcuni dissettori affermavano che questo avesse deviato dal suo normale percorso verso le mammelle e si fosse accumulato nell’addome; 4.teoria dei "miasmi": un'atmosfera nociva si poteva sprigionare da altri individui malati o da influenze telluriche, solari o magnetiche; 5.teoria psicologica: quest'ultima era basata sul terrore delle donne partorienti provocato dal suono della campanella del pastore, che preannunziava morte; secondo altri, la figura maschile del medico provocava un profondo turbamento violando la pudicizia femminile. Ai tempi di Ippocrate, la teoria più accreditata era quella dell’arresto della libera fuoriuscita dei lochi. La scoperta delle cause della febbre puerperale ha una storia travagliata e triste, dato l’ingente numero di madri morte dopo il parto. Il gesuita Athanasius Kircher ipotizzò, nel 1658, che «piccoli animali viventi, invisibili a occhio nudo», diffondessero malattie contagiose, ma tale ipotesi venne ignorata dai medici dei secoli successivi. Molto prima di Kircher, nel 1546, Girolamo Fracastoro di Verona nel suo libro De Contagione aveva già suggerito un'ipotesi del genere. Tali ipotesi non furono prese in considerazione, e si stima che tra XVIII e XIX secolo la malattia abbia ucciso centinaia di migliaia di donne. La vita di quei medici che si impegnarono nella ricerca delle cause dell'infezione, come Gordon, Holmes e Semmelweis, fu resa difficile a causa delle loro scoperte, che rivelavano la colpevolezza degli stessi medici nella trasmissione della malattia. La prima intuizione di Gordon Alexander Gordon, medico scozzese nato nel 1752, intuì che la febbre puerperale era contagiosa. Egli operava come ostetrico ad Aberdeen. In questa cittadina, nel dicembre del 1789, si scatenò un’epidemia di febbre puerperale che durò sino al marzo del 1792. Gordon, abile osservatore, fu colpito dal fatto che quasi ogni paziente ferito, maschio o femmina, ricoverato all’Ospedale di Aberdeen, veniva colpito dall’infezione, nei pressi della ferita, subito dopo il ricovero. Questa osservazione gli bastò per confutare ogni teoria sulla febbre puerperale basata sulle lochiazioni, sul latte, o comunque sulla varietà di opinioni fantasiose accettate dalla classe medica dirigente: si convinse che la malattia venisse trasmessa per contagio. La sua immaginazione non arrivò però a postulare che venisse provocata da qualche agente specifico. Si limitò a considerare che «ogni persona che sia stata con una paziente affetta da puerperale si carica di atmosfera infetta, che viene comunicata a ogni donna incinta che capita nella sua sfera». Nel 1795, Gordon pubblicò A Treatise on the Epidemic Puerperal Fever of Aberdeen, nel quale spiegava, con il sostegno di tavole, rapporti autoptici e altri dati verificabili, la teoria del contagio. Commise, però, l'errore di pubblicare i nomi di 17 levatrici coinvolte, e, con l'ammissione della sua stessa colpevolezza, si procurò non solo l'ira delle levatrici, ma anche la perdita del suo stesso lavoro. In breve tempo le sue teorie furono dimenticate. Le considerazioni di Holmes Già si riscontrava un crescente consenso intorno all'ipotesi che la febbre puerperale fosse una malattia contagiosa. Tra i sostenitori più convinti di questa teoria, Oliver Wendell Holmes, patologo, poeta e saggista statunitense, si pose l'obiettivo di persuadere gli scettici o di smontare le opinioni contrarie di alcuni dei principali ostetrici del periodo; tra questi, il famoso professore di ostetricia Charles Delucena Meigs, che persisteva nell'errore. Nel 1843, Holmes pubblicò un saggio in cui sosteneva che l'origine della febbre puerperale derivasse dal contatto e che fosse trasportata da un paziente ad un altro dagli stessi medici. Egli scrive che «La malattia nota come febbre puerperale è così contagiosa da essere frequentemente trasportata da una paziente all'altra da medici e infermieri». Holmes non arrivò a comprendere il meccanismo con cui la malattia veniva trasmessa, ma diede una serie di consigli preventivi, i quali, se seguiti alla lettera, avrebbero diminuito l'incidenza della febbre puerperale:
 
1.i medici dovevano evitare le autopsie di casi di febbre puerperale quando si preparavano ad assistere un parto;
2.se fosse stato necessario essere presenti a un'autopsia, tutti i vestiti dovevano essere cambiati e dovevano passare 24 ore prima che il medico potesse operare su una partoriente;
3.nel caso della scoperta di un caso di febbre puerperale nella propria attività, il medico era obbligato a considerare il pericolo che la paziente successiva venisse contagiata, e a prendere appropriate precauzioni;
4.ogni medico che avesse fatto esperienza di due casi in un breve periodo di tempo avrebbe dovuto lasciare la professione per almeno un mese.
 
La soluzione di Semmelweis.
 
Sebbene Holmes non suggerisse alcuna forma specifica di disinfezione del corpo oltre al lavarsi, egli fece notare che un certo dottor Semmelweis aveva sperimentato un «presunto improvviso e notevole calo della mortalità per febbre puerperale», mediante l'utilizzo di uno spazzolino per pulire le unghie e grazie alla disinfezione delle mani con cloruro di calce. Ignác Semmelweis era un medico ungherese, assistente nella Clinica ostetrica all'Allgemeines Krankenhaus di Vienna. Effettivamente la mortalità, nel suo reparto, era calata notevolmente, sino a divenire quasi nulla. L'idea di Semmelweis era che «Sono le dita degli studenti, contaminatesi nel corso di recenti dissezioni, che portano la fatali particelle cadaveriche negli organi genitali della donna incinta». Egli era rimasto colpito dalla seguente osservazione: l'ospedale di Vienna era suddiviso in due padiglioni: in uno operavano medici e specializzandi, nell'altro solo ostetriche; nel 1846, su 4 000 puerpere ricoverate nel padiglione 1, affidato alle cure dei medici, la febbre puerperale ne aveva uccise 459 (l'11%); nel padiglione accanto, dove operavano solo ostetriche, la mortalità era invece dell'1%. Semmelweis fece introdurre nel suo reparto una soluzione di cloruro di calce, con la quale ciascuno degli studenti che si era impegnato in dissezioni di caveri il giorno stesso o il precedente, doveva lavarsi accuratamente le mani, prima di effettuare qualsiasi tipo di operazione su una donna incinta.
Il triste epilogo di Semmelweis.
Ci vorranno più di quarant'anni prima che la scoperta di Semmelweis venga accettata e applicata in modo generalizzato. La dimostrazione della contaminazione batterica fu data da Pasteur solo nel 1864 e, prima di allora, le scoperte di Semmelweis vennero screditate e le morti ripresero ad essere ingenti. Il povero dottore Semmelweis venne licenziato dall'ospedale di Vienna, nonostante i positivi risultati, per aver dato disposizioni senza averne l'autorità. Tornato in Ungheria applicò lo stesso metodo all'ospedale di San Rocco a Pest, ottenendo anche qui un abbassamento significativo dei nuovi casi di febbre puerperale. Malgrado ciò la comunità scientifica dell'epoca gli si scagliò contro ed il poveretto finì per essere ricoverato in manicomio, dove morì nel 1865, a causa delle percosse subite nell'istituto.

E se arrivasse veramente un nuovo Medioevo?

 

 

Oggi abbiamo una nuova opportunità, dopo secoli di espansione ininterrotta la Civiltà Occidentale rischia il tracollo.
Se il sistema crolla potremo sperimentare nuove dimensioni esistenziali, come il problema di riuscire a superare i posti di blocco delle bande locali che chiedono il pizzo ai viaggiatori. L’ebrezza di andare a far la spesa al supermercato con il fucile e gli imprevisti del doversi fare da soli il carburante per l’auto facendo bollire le olive.
Sinceramente non penso che arriveremo a tanto, sono ottimista.
Il popolo italiano ha immense risorse umane, culturali e ambientali. Sapremo ritirarci su.
E proprio per questo credo che sia oggi essenziale discutere sul cuore di quel che possiamo attuare per evitare un disastro epocale.
Ci serve innanzi tutto avere le idee chiare su quel che è indispensabile fare.
E' importante capire che i tuoi prossimi 10 anni di vita dipendono dal nuovo modello di sviluppo.
Cos’è un modello di sviluppo?
L’ultimo numero di Internazionale (n. 958) pubblica un lungo articolo sulla Goldman Sachs e il suo sistema di relazione con i dipendenti.
Questi signori hanno capito che per ottenere alti ritmi di lavoro è necessario motivare le maestranze e hanno capito anche che i risultati lavorativi dipendono dallo stile di vita dei lavoratori. E richiedono ai dipendenti di lavorare quantità di ore spaventose e di comportarsi in un certo modo. Hanno quindi costruito un sistema di premi e castighi e di controllo sulla vita privata dei dipendenti, arrivando a proporre stili di condotta in ambito sessuale e alimentare. Cercano di riprodurre alcune caratteristiche che MEDIAMENTE sono proprie di chi produce di più.

Il modello di pensiero che sta dietro a un simile stile è quello della costrizione. Io ti pago perché tu faccia questo lavoro e devi essere in un certo modo perché io ho capito che esiste uno stile di vita più produttivo e quindi tu lo devi adottare.
Questo approccio al problema è basato sul mio potere di importi qualche cosa perché ti pago e se vuoi i miei soldi devi fare come dico io.
Questo pensiero è il nocciolo dell’attuale MODELLO DI SVILUPPOChe si tratti del lavoro dei dipendenti, del petrolio o del mercato della telefonia, la modalità di pensiero non cambia.
Se mi serve il petrolio vado in Iraq e grazie ai miei soldi e al mio potere (e ai miei soldati) me lo prendo.
La cosa interessante dei modelli di sviluppo è che tendono a plasmare la società e tutte le relazioni, a loro immagine e somiglianza. Un modello predatorio produrrà atteggiamenti predatori anche tra chi è escluso dal potere e quindi alimenterà la criminalità e la violenza. E genererà comportamenti predatori in campo sessuale e sentimentale.
E anche un atteggiamento predatorio verso se stessi.
Cioè, la tendenza a non accettare una parte di sè e iniziare una guerra contro questa parte. Imparo a costringermi a lavorare 12 ore al giorno. Mi costringo a rinunciare al sonno, al gioco, alle relazioni umane.
Soffoco la parte infantile e amorosa di me.
La tratto come un’imperfezione da correggere.

Negli ultimi 2 articoli pubblicati su Cacao della Domenica ho raccontato della necessità di costruire social network di nuovo tipo, vere comunità ludiche, professionali e solidali che esistano non solo sul Web (e ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla discussione). Dietro il progetto che ho proposto c’è un nuovo modello di sviluppo.
E questo nuovo modello non l'ho certo inventato io, nasce dagli ultimi 50 anni di lotte per sviluppare la cultura umana e dalle esperienze pratiche che ne sono venute fuori.
Oggi sappiamo che è possibile gestire un’azienda di successo puntando sulla libertà e la creatività dei dipendenti, sviluppando la cooperazione.
Anche in queste esperienze l’azienda entra nella vita privata dei dipendenti ma non per imporre comportamenti ma per offrire opportunità di collaborazione, di condivisione.
Per spiegare bene cosa intendo permettimi di entrare nei dettagli, perché è analizzando la pratica che si evidenzia la natura di un modello di sviluppo.
In questo momento alla costruzione dell’Ecovillaggio Solare di Alcatraz lavorano più di 40 persone. Abbiamo deciso di fare una cena con annessa festa danzante per far conoscere tutti. Siamo convinti che se ci si conosce e si mangiano assieme delle buone lasagne, poi si lavora meglio assieme.
E magari nascono amicizie, amori, collaborazioni professionali future. Ed è bello portare la famiglia sul luogo di lavoro, permettere ai genitori di condividere con i figli la concretezza del lavoro che si fa per vivere.
Quindi in qualche modo la Cooperativa Ecovillaggio Solare si occupa anche della vita privata di chi è coinvolto nel progetto ma non lo fa per imporre regole o stili di vita.
Lo stesso spirito è stato applicato alla progettazione.
Abbiamo investito denaro per pagare un’azienda specializzata nel coordinamento dei cantieri.
Questo perché sappiamo che uno dei motivi che porta alla lievitazione dei costi è il fatto che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Il più perfetto dei progetti non è in grado di prevedere tutti gli spigoli del mondo. Quindi con questa azienda abbiamo fatto un lavoro enorme di analisi del progetto entrando nei dettagli della singola presa di corrente, rubinetto, telefono della doccia, spessore dell’isolamento. Sono stati quindi stabiliti nel dettaglio caratteristiche, certificazioni ecologiche, calendario dei lavori e modalità di coordinamento. Poi questa ditta seguirà ogni passaggio della realizzazione utilizzando collegamenti video via Skype, direttamente dal cantiere di costruzione, sentendo il parere dei tecnici MENTRE realizzano il progetto, in modo da raccogliere sul campo suggerimenti pratici positivi che vengano immediatamente adottati e immediatamente riportati sul progetto di partenza modificandolo. In questo stile di lavoro non ci sono capi, non ci sono imprese in concorrenza tra di loro (che giocano al famoso scaricabarile… e l’elettricista dice: non posso fare questo prima che l’idraulico non ha fatto quello e l’idraulico dice esattamente il contrario e tu perdi 30 giorni senza neanche accorgertene).
Si mette nel preventivo anche il lavoro di creare un calendario cooperativo, che tenga conto di tutte le esigenze, le idee, le abitudini.
In questo modo si riducono a monte le necessità di controllo dall’alto e si sfrutta la creatività di un collettivo di lavoro ben disposto a portare a termine l’impresa (nella lunga storia di costruzioni di Alcatraz ho visto uomini sul cantiere compiere imprese che si possono giudicare solamente impossibili, come spostare un camion betoniera a pieno carico, con la sola forza delle braccia. E ho visto elettricisti spiegare a ingegneri perché hanno sbagliato a progettare un tetto. E ho visto idraulici sostituire una valvola che costa 350 euro con una che costa 25 e funziona meglio, e ho visto falegnami danzare la notte per propiziare l’umidità del mattino alle colate di cemento armato).
L’idea è che se collabori a prendere le decisioni insieme a persone con le quali hai un rapporto non solo lavorativo e se c’è un clima di rispetto, dialogo e di stima, si lavora meglio e si fa meno fatica. E si risparmiano anche un mucchio di soldi.
Ma questo richiede un grande interesse per le relazioni umane, una forte importanza data al potere della creatività e della cooperazione.
Tutte cose che la Goldman Sachs non sa neanche dove stanno di casa. Non conoscono la magia del mondo, l’incredibile miracolo che la collaborazione umana può generare. Essi sono soltanto predatori. E ragionano da predatori.
Faccio un altro esempio.
Da tempo in molti abbiamo capito che esiste uno stato della mente nel quale le nostre capacità muscolari, creative, di resistenza, di percezione, di empatia, sono estremamente efficienti. Alcuni lo chiamano STATO DI FLUSSO, altri dicono essere in palla. Recentemente molte ricerche scientifiche hanno dimostrato che questo stato di eccellenza è riscontrabile tra sportivi e artisti nei momenti di massimo impegno e sono riusciti a misurarlo, individuando particolari onde cerebrali e reazioni biochimiche.
Una buona notizia! Via via che questa informazione si diffonderà le persone capiranno che con un paio di settimane di applicazione possono imparare come entrare a piacimento in questo stato di super capacità. E' già pieno il mondo di centri che insegnano questo nei modi più svariati ed è quel che facciamo da 30 anni a Alcatraz con lo Yoga Demenziale. Ovviamente mi converrebbe dire che siamo gli unici a insegnare il VERO STATO DI FLUSSO, ma non sarebbe onesto perché in realtà esistono centinaia di diversi approcci alla questione e quasi tutti i metodi riescono a offrire ottimi risultati. Soprattutto perché alla fin fine tutti abbiamo sperimentato qualche volta lo stato di flusso, durante una partita a pallacanestro, una spaghettata con gli amici o una danza. Quindi è abbastanza facile imparare come tornare in quello stato mentale, proprio perché è un modo di essere della tua mente che già conosci per esperienza. Devi solo identificare meglio quel che già sai. Se sperimenti un corso che dopo due settimane non ti ha aperto questa porta vuol dire che l’insegnante è incapace, cambia corso.
Insomma: insegnare questo stato di flusso è facile.
Qualche decennio fa il Pentagono scoprì l’esistenza dello stato di flusso grazie alle sollecitazioni di un certo Bandler, uno psicologo pazzo. L’esercito Usa decise quindi di tentare di migliorare le capacità dei tiratori scelti insegnando loro a utilizzare lo stato di flusso.
Vennero fatti una serie di esperimenti e in effetti si ebbero risultati eccellenti. Durante i corsi di nuovo tipo raggiungevano gli standard di eccellenza 80 tiratori su 100 invece di 20 su 100.
Ma poi questo progetto si perse per strada.
Recentemente, sull’onda delle scoperte sulla fisiologia dello stato di flusso, il Pentagono ha rispolverato la questione e ha investito somme notevoli su una ricerca che ha portato a un’invenzione incredibile. Si tratta di una batteria elettrica collegata a un sistema che invia, attraverso ventose attaccate al cranio del soldato, degli impulsi elettrici che portano a qualche cosa di simile allo stato di flusso.
E in effetti in questo modo i soldati sparano molto meglio.
Questo esempio ci racconta il potere dei modelli di sviluppo.
Per i generali Usa non ha senso investire sullo sviluppo armonico e completo della personalità dei soldati. Infatti i corsi di Bandler vennero abbandonati anche se funzionavano. Un uomo con un pieno sviluppo emotivo e culturale potrebbe non voler obbedire a certi ordini.
Secondo questa gente si vince la guerra se tutti ubbidiscono e riducendo al minimo l’iniziativa individuale.
Ma investire solo sull’efficienza meccanica del soldato ha un costo: hai a che fare con dei cretini che capiscono solo i proiettili.
Credo che sia indiscutibile che il costo di questa disattenzione al pieno sviluppo dell’individuo abbia provocato disastri militari spaventosi.
Quei Marines mentecatti che per divertirsi hanno bruciato il Corano, urinato su cadaveri afgani e si sono fatti fotografare con pezzi di gambe e braccia di un kamikaze usati come trofei e ornamenti, hanno indiscutibilmente provocato un danno di immagine e un livello di odio che vale almeno 4 battaglie perse. Hanno reclutato in un sol colpo decine di migliaia di terroristi in tutto il mondo!
Spero di aver mostrato la profonda importanza di avere le idee chiare sul modello di sviluppo che vogliamo.
E spero anche che su questo argomento si sviluppi la discussione. Ad esempio, raccogliendo esempi concreti di modalità di lavoro e organizzazione basati sul nostro modello.
Qualunque cosa fai puoi indirizzarla in una direzione o nell’altra. E se quel che fai contiene un modello di sviluppo amorevole tutto quello che ne verrà fuori diffonderà un modello amorevole. Non importa se costruisci viti o bottoni, canzoni o calzoni.
Il modello di sviluppo è come il rock, passa di notte tutte le frontiere della mente.
Il nostro modello di sviluppo è magico e travolgente. E il mondo sta per cambiare deliziosamente.
(Va beh, scusami, nelle ultime righe mi sono fatto un po’ prendere la mano.)
Buon modello di sviluppo a tutti!
Cin Cin!

Jacopo Fo

Today is dedicated to Lily






 

Lily Allen

lunedì 22 ottobre 2012

Fermate l'utilizzo del test MMPI e suoi derivati. Sono dannosi.

Il Minnesota Multiphasic Personality Inventory è forse il Test commerciale di personalità più utilizzato al mondo.
Esso nasce sul finire degli anni Trenta in una clinica psichiatrica universitaria del Minnesota (est degli Stati Uniti), a opera di Starke R. Hathaway (PhD) e di J. Charnley McKinley (MD).
L'obiettivo dichiarato dei due era quello di avere una lista sufficientemente ampia di voci attraverso cui identificare e diagnosticare un po' tutte le malattie mentali.
Lo MMPI è stato pubblicato per la prima volta nel 1942, ma nel 1989 ne è stata prodotta una nuova versione, leggermente ammodernata, che si chiama MMPI-2.
Lo MMPI utilizza 566 (o 567; o altri numeri in versioni ridotte) item a risposte dicotomiche: Vero contro Falso.
 
 
Il sisitema di definizioni delle voci nello MMPI, Test per nulla fattorializzato ma fondato solo su una convinzione di Costrutto, è piuttosto vario e complesso.
Il numero di Scale, ovvero di Costrutti, su cui si basa o cui fa riferimento varia da una edizione all'altra e da un manuale all'altro (ce ne sono in circolazione molti, redatti da diversi autori), con varie Scale aggiunte o dedotte a posteriori sulla base di nuove ipotesi e nuove ricerche sviluppate anche da vari altri studiosi, diversi dagli Autori originari del Test.
I punti di riferimento indicati dagli editori delle versioni italiane sono attualmente: sei Scale di validità, dieci Scale di base, dodici Scale supplementari e quindici Scale di contenuto.
Le principali dimensioni di personalità rilevate (Scale di base) sono comunque (riprendendo in sostanza, quasi letteralmente, quanto descritto nella presentazione dell'editore che commercializza questo Test in Italia:
Hs (Ipocondria): problemi fisici caratteristici dei nevrotici ipocondriaci.


D (Depressione): varie forme sintomatiche di depressione;
Hy (Isteria): problemi somatici e paure, tipici di soggetti definiti isterici;
Pd (Deviazioni psicopatiche): personalità psicopatiche, sociopatiche, caratterizzate da carenza di controllo sulle risposte emotive;
Mf (Mascolinità-femminilità): insieme degli interessi mascolini o femminili;
Pa (Paranoide): sintomi paranoidi (ideazioni deliranti, fragilità psicologica, manie di grandezza);
Pt (Psicoastenia): fobie e comportamenti ossessivo-compulsivi;
Sc (Schizofrenia): esperienze insolite e sensibilità particolari tipiche degli schizofrenici;
Ma (Mania): stati maniacali di moderata entità (idee di grandezza, alto livello di attività);
Si (Introversione sociale): difficoltà sperimentate in situazioni sociali.
A queste voci, vanno aggiunte le Scale di contenuto:
Anx (Ansia): sintomi generali di ansia, problemi somatici, difficoltà di sonno e concentrazione;
Frs (Paure): fobie; Obs (Ossessività): ossessività;
Dep (Depressione): pensieri significativamente depressivi;
Hea (Preoccupazioni per la salute): soggetti che dichiarano sintomi fisici su tutto il corpo;
Biz (Pensiero bizzarro): processi di pensiero di tipo psicotico;
Ang (Rabbia): problemi di controllo della rabbia;
Cyn (Cinismo): convinzioni misantropiche;
Asp (Comportamenti antisociali): soggetti che hanno avuto problemi di comportamento antisociale nel passato;
Tpa (Tipo A): soggetti del Tipo A;
Lse (Bassa autostima): persone con bassa opinione di sé;
Sod (Disagio sociale): disagio a stare in gruppo;
Fam (Problemi familiari): presenza di conflitti familiari; Wrk (Difficoltà di lavoro): contrasti sul lavoro; Trt (Indicatori negativi di trattamento): atteggiamenti negativi verso i trattamenti di salute mentale.
Ci sono poi anche:
Scala L, che misura la tendenza a fornire un’immagine di sé socialmente accettabile;
Scala F, che è un indice della validità del Test;
Scala K, che evidenzia l’atteggiamento difensivo verso le indagini psicologiche;
Scala Fb, che permette di valutare il mantenimento dell’attenzione durante la somministrazione;
Scale VRIN e TRIN, che misurano la tendenza a rispondere vero o falso alle domande per dare un’immagine non credibile di sé.
La fortuna dello MMPI appare, da molti punti di vista, un mistero.
E' un test lunghissimo da somministrare (richiede circa un'ora e mezza), pieno di incongruenze, senza nessuna pretesa fattoriale e per di più con l'esclusivo intento di rilevare patologie gravi in contesti clinici.
Il campione su cui si basa è quasi ridicolo.
Eppure è stato largamente utilizzato anche nella selezione del personale, nell'esercito, nell'orientamento, nelle scuole, nei tribunali, nel counseling e in tante altre situazioni.
Tale abitudine, ad utilizzare lo MMPI anche in condizioni non cliniche, rimane costante, benché da questo test sia stato derivato appositamente un altro Test (il California Psychological Inventory) specificamente per somministrarlo alla popolazione "normale.

 
 
 


 
 
 
 

Veronesi contro l'ergastolo

Umberto Veronesi lancia la campagna per l’abolizione del carcere a vita. Perché, spiega, il cervello si evolve e le persone cambiano.
Ergastolo ostativo significa fine pena mai: nessun beneficio o sconto di pena, a meno che non si decida di collaborare con la giustizia. Umberto Veronesi ha lanciato una campagna per abolire la pena senza fine.
Perché uno scienziato si imbarca in questa battaglia?
Quattro anni fa ho fondato il movimento Science for peace affinché desse voce alla scienza contro ogni forma di violenza legittimata, a partire dalla pena capitale. L’ergastolo ostativo è di fatto una pena di morte civile o una pena fino alla morte. Una persona che entra in cella sapendo di essere destinato a morirvi è condannata a un’agonia lenta e spietata.
Quali sono le basi scientifiche di questa campagna?
Innanzitutto il nostro sistema di neuroni non è immutabile, ma si rinnova perché il cervello è dotato di cellule staminali in grado di generare nuove cellule. Quindi la persona che abbiamo chiuso in un carcere non è la stessa vent’anni più tardi. Per ogni uomo esiste la possibilità di cambiare ed evolversi. In secondo luogo, gli studi sul dna dimostrano che la violenza non è un imperativo biologico. Al contrario il messaggio del nostro codice genetico è la perpetuazione della specie, una naturale predisposizione alla solidarietà. Vi sono poi molti studi a sostegno dell’ipotesi ambientale della violenza: chi agisce con aggressività è stato esposto a fattori esterni sfavorevoli che lo spingono all’atto violento.
Perché proprio ora?
La spinta è venuta dalle lettere inviate dall’ergastolano Carmelo Musumeci (condannato per associazione mafiosa, ndr) a me come a tanti italiani che hanno aderito al suo appello. Abbiamo avuto la percezione che la sensibilità nei confronti dell’ergastolo e, più in generale, della situazione dei detenuti stesse cambiando. Lo dimostrano i film dei fratelli Taviani e di Matteo Garrone.
La politica vi darà ascolto?
È una campagna impopolare. Sarà difficilissimo sradicare il principio della giustizia come vendetta. Non siamo sicuri che la politica ci appoggerà, anche se i radicali si sono già schierati con noi. Il nostro obiettivo però è innanzitutto culturale. Vorremmo fare capire ai cittadini che la campagna contro l’ergastolo è una campagna per una giustizia più giusta tesa al recupero e alla rieducazione della persona, come prescrive la nostra Costituzione.


 

Intervista a Columbro

Marco Columbro: "Il corpo è come una macchina usata, quando diventa vecchia ne compri una nuova"Lo scopo della vita? La consapevolezza che l’uomo è un essere divino. La morte? Non esiste. La felicità? Picchi di serenità. Marco Columbro si definisce un «divulgatore spirituale». Ed è il successo che ha accumulato negli anni in tv, che gli permette di diffondere il suo pensiero al pubblico. L’abbiamo incontrato a Torino al seminario «L’arte di sognare» di Sergio Magaña, praticante della disciplina del sogno, che con il suo ultimo libro «2012… e poi? L’alba del Sesto Sole», sostiene che, secondo la tradizione tolteca – mexica, non è il cervello a creare i sogni, ma sono i sogni a creare la realtà. I sogni Marco Columbro se li annota spesso su un piccolo quaderno, «mi incuriosisce – dice -, scoprire e interpretare il mondo onirico con i suoi misteri».
Di cosa sono fatti i sogni? «Di energia - dice Columbro -, ci sono due tipi di sogni: alcuni nascono dalla fisicità, dal nostro vissuto giornaliero. Altri sono il risultato di un percorso intrapreso con un maestro del sogno». Per lui il senso dell’esistenza è la coscienza che l’uomo è un essere super – umano, «dobbiamo svegliarci la mattina e pensare: io ballo come un Dio, canto come un Dio, faccio l’amore come un Dio». Dobbiamo svegliarci la mattina pensando di essere divini. «Il corpo è fisico, ma lo spirito è eterno», continua Columbro.
Per questo la morte non esiste. «Il corpo è come una macchina usata, quando diventa vecchia ne compri una nuova». Sì, crede nella reincarnazione, ma non pensate che Marco Columbro sia buddista. Lui si sente di non appartenere a nessuna religione. Anzi. Le religioni per lui spariranno. «Esisterà solo una spiritualità, che per vivere non avrà bisogno di religioni». La religione, dice, che non è riuscita a risolvere il problema umanitario, nel terzo millennio scomparirà. Il 2012? «Avverrà un cambiamento energetico, gli uomini saranno più sensibili ai sogni e alle intuizioni. Sarebbe stupido ipotizzare la fine del mondo».
Quando si parla di chiesa e scienza, Columbro sgrana gli occhi. «Loro sono il nostro limite. Bloccano la nostra evoluzione. L’uomo deve invece aprirsi verso l’infinito, cercare la verità dentro se stesso». La ricerca mistica di Marco Columbro inizia negli anni ’70 con Mercedes Salimei, che l’ha iniziato al cristianesimo esoterico. Nel 1991 si avvicina al buddismo con Lama Ganche Rimpoce, un maestro tantrico tibetano, ed è proprio negli anni novanta che raggiunge la consapevolezza che divulgare la spiritualità sarebbe diventato lo scopo della sua vita. Dopo convegni e seminari, il suo pensiero sta per arrivare in tv. Sul digitale terrestre Columbro lancerà tre rubriche: la medicina naturale, gli alimenti biologici, le energie ecosostenibili. In questi anni lontano dalla tv ha fatto tanto teatro, tanta meditazione. Un lungo percorso spirituale il suo, che ha trovato la verità dopo essersi slegato dall’educazione cattolica della famiglia. E pensare che da piccolo, Columbro, voleva fare il prete.

 
 




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venerdì 19 ottobre 2012

Corn recipes

I simply love corn..Here are some recipes:

Boiled Corn


Fill your pot with water.

Add 1/4 cup to 1/2 cup of sugar.

Drop in your corn.

Bring everything to a boil, making sure the sugar is dissolved in the water.

Boil for no longer than 8 minutes.

Remove from the water and let it cool enough for handling and eating.

Handle it and eat it.



Cheesy Corn

Ingredients
  • 6 fresh sweet corn in the husk
  • 1/2 cup of butter, softened
  • 1/2 packet of creamy cheese sauce OR
  • 1/2 packet of cheddar cheese powder
  • 3 garlic cloves, chopped
  • 2 tablespoons of fresh parsley, chopped
  • 1 teaspoon of chili powder
  • salt and pepper to taste

Cooking Instructions

Peel back the corn husks, leaving them intact.

Pull off the white silks and discard.

Wash the corn and pat dry with paper towels.
Combine the butter, garlic, chili powder, parsley, creamy cheese sauce or cheddar cheese powder and some salt and freshly ground black pepper and brush each cob.

Pull up the husks and tie together at the top with some string.

Steam over boiling water for about 20 minutes, then pat dry.
Preheat a lightly oiled BB plate or grill and cook the corn over a medium heat for 20 minutes, turning every 5 minutes until the corn is tender and cheesy.

Spray over some water during the cooking to ensure that you keep the corn moist. Remove the husks and serve.



Corn Fritters

This sweetcorn fritters recipe is quick and simple. Best of all, it’s a really versatile recipe which can be easily changed to suit your liking. Add extra pepper if you would like the extra quick to compensate for the creamy corn flavor. The sweetcorn fritters should turn out light and fluffy.


Ingredients

  • 3/4 cup of plain all-purpose flour
  • 1 teaspoon of baking powder
  • salt and freshly ground black pepper
  • 1 egg
  • 2 large sweet corn
  • 2 tablespoons of olive oil

Cooking Instructions

Rinse the sweet corn.

Use a sharp knife to remove the corn kernels off the cob and transfer to a bowl.

Add the eggs and milk with the corn and combine the ingredients thoroughly.

Use a different mixing bowl to combine the flour, salt, pepper and baking powder.

Pour these ingredients into the same bowl as the corn mixture, and stir with a wooden spoon to form a thick batter consistency.

Heat a little oil in a frying pan and drop large spoonfuls of corn mixture into the pan when it is hot enough.

Cook the corn fritters until golden brown on one side, then turn and repeat on the other side.

Drain the fritters with paper towels to remove excess oil and serve immediately.


corn fritters

La top ten mondiale dello street food

La Top Ten mondiale
dello street-food



Focaccia
 
Il cibo di strada. Street-food. O meglio: quello dei chioschi, dei carretti ambulanti, delle bancarelle. Roba che una volta era destinata a chi non poteva permettersi molto di più, e magari, sostituiva una cena al ristorante con una piccola ma ghiotta sfiziosità. E una bella passeggiata. O, al massimo, ai turisti senza troppi quattrini in tasca.
Oggi quel settore (quel coloratissimo mondo, meglio) sta vivendo una nuova primavera che ne sta traghettando i confini verso il perimetro del cibo gourmand, delle scelte consapevoli alla Slow Food, delle golosità per intenditori.
 
Sandwich
 
Se fosse un romanzo, con i titoli sghembi che vanno di moda in libreria, si chiamerebbe La rivincita del cartoccio da marciapiede, o qualcosa del genere. A Rimini gli stanno perfino dedicando un progetto molto articolato: la prima guida dei migliori chioschi e baracchini di strada disseminati dal mare alle colline. L'ultimo capitolo ha preso le mosse dal concertone di Campovolo dedicato all'Emilia Romagna (qui il video con gli artisti di Italy loves Emilia).
Tanto è (giustamente) di moda il cibo di strada che VirtualTourist ha pensato bene di stilare una curiosa classifica che mette in fila i dieci migliori baracchini del mondo. O meglio: la Top Ten delle città nelle quali si trova il miglior street-food. Un'idea così originale da essere immediatamente amplificata da Forbes. L'Italia è nel mazzo. E spedisce Palermo in un'onorevole quinta posizione. A fare la parte del leone è però l'Asia, che piazza ben quattro metropoli nelle prime cinque posizioni. Lo scettro va infatti all'affollatissima Bangkok. Quali sono gli assi nella manica della capitale thailandese? Senz'altro la miriade di luoghi in cui si possono gustare infinite varietà di piatti: insalata di papaya verde, pollo al curry, pad Thai e riso al mango fra i tantissimi.
Segue al secondo posto Singapore, famosissima per i suoi mercati del cibo all'aperto e per gli strepitosi mix fra cucina cinese, malese e indiana. In terza piazza finisce invece Penang, in Malesia.
Sicilia, si diceva. Palermo: il capoluogo della Trinacria arriva subito dopo il quarto posto della marocchina Marrakech, dove ci sono un centinaio di chioschi all'aperto in cui assaggiare, fra gli altri, agnello arrosto e cous cous. La quinta posizione palermitana è invece merito delle tante specialità che ne fanno una delle città più gustose d'Italia:arancine di riso e cannoli sono ormai costume consolidato. Non bisogna infatti dimenticare lo stupendo sfincione, pasta di pane condita con salsa di pomodoro, origano, sarde salate, cipolla, pecorino fresco e mollica di pane. Oppure il pani ca' meusa, focaccia farcita di carne, interiora di vitello (la milza), con del limone spremuto. Una variante è quella che vede l'aggiunta di ricotta fresca e caciocavallo. Terminano l'elenco delle prelibatezza di strada pane e panelle, le imperdibili frittellecon farina di ceci.
 

Churros

Capes!

vintage 60s Welsch wool tapestry cape



Vintage 30s Black Velvet Cape with White Inside Lining

 
 

Come puoi permettere a qualcun altro di decidere sulla tua vita Britney?

Nuovi documenti legali fanno luce sui guadagni e gli introiti della cantante per il solo 2010. Ingenti somme di denaro finite nelle tasche della popstar ma gestite da chi ne ha la tutela.
 
 
Quanto vale oggi Britney Spears? Intorno ai 200 milioni di dollari che è, in pratica, il denaro da lei guadagnato grazie ai suoi sette album di successo, ai tour degli ultimi 15 anni e alle firme per svariati contratti da testimonial e non solo.
Nel corso degli anni, secondo quanto riportato dai media americani, la cantante ha 'attirato a sé' ingenti somme di denaro pertanto non c'è da meravigliarsi se
i suoi tutori la vogliono tenere sotto costante osservazione (Britney sembra una vera e propria gallina dalle uova d'oro).
A sostegno della tesi TMZ ha ottenuto nuovi documenti sulla custodia della popstar, carte che, datate 31 Dicembre 2010, mostrano che il totale dei suoi beni ammonta a circa 32.376.140,90 dollari, senza includere un gran numero di beni preziosi e recenti guadagni.
Dal 2010, infatti, Britney Spears ha fatto un bel gruzzoletto, ad esempio, con gli incassi del recente tour mondiale (68 milioni di dollari) e con i 15 milioni a cui , secondo le fonti, ammonta l'ingaggio da giudice di X factor.
La popstar possiede poi diverse proprietà.
Dalla parte dei tutori, però, c'è anche da dire che, smpre secondo i documenti del tribunale, Britney dispone di una notevole liquidità e non bada certo a risparmiare. Tra le sue principali spese: 19mila dollari al mese per l'affitto di una casa, circa 300mila dollari destinate alle cure e al sostegno dei bambini e una bolletta della luce pari a 5.000 dollari mensili.
Resta il dubbio: è ora che la pop star si auto-gestisca come qualsiasi adulto o necessita ancora di una 'vigilanza'?
           


Applying Technology To Improve Beauty




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Jeremy Rifkin

Siamo alle soglie di una svolta epocale. L’era del petrolio sta per finire e l’umanità dovrà adattarsi a nuove forme di energia. Tra queste ne esiste una che se sfruttata con intelligenza potrebbe cambiare il mondo: l’idrogeno”. Con questa premessa Jeremy Rifkin già dieci anni fa apriva Economia all’idrogeno, uno dei suoi testi più famosi. Adesso è il tempo della Terza rivoluzione industriale, titolo del nuovo libro, il cui tema è quello attualissimo delle energie sostenibili. Negli anni ’80 era chiaro che la civiltà industriale fondata sui combustibili fossili fosse obbligata a cercare nuove strade, ma oggi la stessa infrastruttura industriale risulta oramai obsoleta, e il risultato è un pericoloso aumento della disoccupazione e un cambiamento climatico potenzialmente catastrofico che minaccia di destabilizzare gli ecosistemi mettendo in pericolo la sopravvivenza del mondo. Con il supporto di cifre, fatti e interpretazioni, Rifkin ripercorre la storia passata per progettare un’umanità nuova, finalmente capace di vivere in armonia con natura, tecnologie e soprattutto con se stessa.
Rifkin, l’americano che preferisce l’Europa
Rifkin è un “pendolare transoceanico”: si sente quasi un estraneo nel suo stesso paese, gli Stati Uniti che per molti anni hanno dimostrato poca sensibilità nei confronti dei temi a lui cari. Il Nostro preferisce rivolgersi alla vecchia Europa.

rifkinsop Jeremy Rifkin e la terza rivoluzione industriale


Chi è Jeremy Rifkin
1. Nato a Denver nel 1945, Jeremy Rifkin è il divulgatore che ha al suo attivo bestseller tradotti in più di trenta lingue e utilizzati in centinaia di università in tutto il mondo.
2. I suoi saggi trattano in particolare l’impatto dei cambiamenti tecnologici sull’economia, sul lavoro e sull’ambiente.
3. Rikin è un vegetariano convinto: il suo saggio Ecocidio, contro la “cultura della bistecca”, è diventato immediatamente la bibbia del nuovo movimento animalista.
4. Sin dagli anni ’60, e in particolare negli anni della guerra del Vietnam, è stato fiero attivista del pacifismo americano.
5. Rifkin è stato consigliere personale sulle questioni energetiche dell’allora Comissario UE (Romano Prodi) e consulente per il Ministero dell’Ambiente italiano.
6. Entropia è il bestseller internazionale in cui per la prima volta si fondevano la teoria economica e ambientale, per formare quelli che sarebbero diventati gli attuali concetti di sviluppo sostenibile.
7. La civiltà dell’empatia è l’opera di Rifkin che propone una nuova interpretazione della storia della civiltà alla luce dell’evoluzione empatica della razza umana.
8. Rifkin compare anche nel film The Corporation, il documentario girato da Jennifer Abbott e Mark Achbar contro lo strapotere delle multinazionali. Nel film ci sono anche Naomi Klein, Noam Chomsky, Michael Moore, il premio Nobel per l’Economia Milton Friedman…
9. Rifkin occasionalmente firma editoriali su quotidiani più noti d’Europa: il Guardian, El Pais, Suddeutsche Zeitung, e l’italiano Repubblica.
10. Rifkin si distingue per la sua abilità nel raccontare la complessità dei problemi del mondo con linguaggio chiaro e comprensibile.