domenica 18 novembre 2012

Perche' il mondo balla il Gangnam?

Perché il mondo balla il Gangnam?
 

 
Che cos’è il «Gangnam style» che sabato ha riunito 30 mila ragazzi per un «flashmob» in Piazza del Popolo a Roma e ha vinto ieri come miglior video agli Mtv Europe Music Awards ? «Gangnam Style» è un singolo K-Pop (K sta per Korean, coreano) del rapper PSY, pubblicato il 15 luglio 2012.
 
 
È il primo successo planetario che non nasce dalla tv ma dal web: il video su YouTube ha avuto un successo inimmaginabile, ha ottenuto a tutt’oggi più 700 milioni di visualizzazioni (è secondo soltanto a «Baby» di Justin Bieber) e oltre 4 milioni e mezzo di «mi piace». È certificato dal Guinness dei Primati come record della storia di YouTube. Secondo «Forbes», entro marzo 2013 il video sfonderà il muro del miliardo di riproduzioni.
Da dove viene il titolo della canzone? È un neologismo coreano che si riferisce a uno dei quartieri più chic di Seoul, l’equivalente sudcoreano, come spiega lo stesso PSY, di Beverly Hills.
Chi è PSY? PSY, che in realtà si chiama Park Jae-sang, è nato proprio a Gangnam il 31 dicembre 1977 e ha frequentato l’università negli Stati Uniti, la Boston University e il Berklee College of Music. Dopo il successo del Gangnam, il Ministero della Cultura sudcoreano ha deciso di premiarlo con la medaglia dell’Ordine di Okgwan per «meriti eccezionali: non solamente per la sua carriera di artista, ma anche per avere reso celebre il quartiere di Gangnam e accresciuto l’interesse mondiale nella Corea del Sud».
Cosa si vede nel video? Il video mostra PSY ballare imitando la cavalcata di un cavallo. Esegue la «danza» in diversi posti tra cui una piscina idromassaggio, una giostra, un ascensore, un garage e la metropolitana. In ogni posa ripete il ritornello «Oppa Gangnam Style», incitamento ad ammirare il suo stile rivolto a una ragazza che cerca di conquistare.
Come mai è diventato un fenomeno planetario? Il fenomeno sicuramente è dovuto al fatto che nasce in Asia, il continente più popoloso al mondo, ma soprattutto perché è stato imitato e riprodotto da molti Vip in tutto il mondo, per svariati motivi. Tra i primi Ai Weiwei, l’archistar dissidente cinese molto attento ai fermenti culturali e della moda, che ne ha fatto una parodia per denunciare la persecuzione e del regime cinese. Anche gli esuli tibetani hanno ballato una parodia del «Gangnam Style», che mostra il leader cinese in pectore Xi Jinping alle prese con gli attivisti tibetani: «Abbiamo usato il potere dell’umorismo e dello spettacolo per far luce sulla crudeltà e assurdità della politica cinese in Tibet».
Altri esempi di parodie? In Russia sulle note della canzone è stato montato un video in cui sfilano i protagonisti della politica, a cominciare da Vladimir Putin e Dmitry Medvedev, che saltellano «Oppa Putin Style». La caricatura è stata voluta da Demokratia 2, l’opposizione russa declinata in Rete. Tra i personaggi che appaiono sullo sfondo anche il leader dell’opposizione Aleksey Navalny, inseguito dai poliziotti. Oltre al cosmonauta Gagarin e ad altre figure che richiamano una Russia più sovietica che contemporanea.
È vero che Ban Ki Moon è un fan del Gangnam? Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ama far notare di essere il secondo sudcoreano più famoso al mondo, dopo PSY. S’è fatto insegnare qualche passo quando il rapper è andato a trovarlo al Palazzo di Vetro e poi ha definito il «Gangnam Style» una «forza per la pace mondiale. Abbiamo negoziazioni molti difficili all’Onu, ho pensato che potrebbe aiutare se tutti per un attimo ci fermassimo a ballare il Gangnam Style».
È vero che lo ha ballato anche il Presidente americano Obama? «No, in Rete gira un video del sosia del presidente, Reggie Brown, accompagnato da una finta first lady, che si lancia, sciolto e disinvolto, in una danza che ha subito catalizzato l’attenzione di migliaia di cinesi, molti dei quali, a differenza degli americani, hanno creduto che quello fosse il vero presidente statunitense. Obama ha soltanto fatto sapere che conosce la danza e la potrebbe ballare in privato per sua moglie Michelle. Invece hanno ballato il Gangnam il sindaco di Londra Boris Johnson, e il primo ministro inglese David Cameron, o almeno così hanno asserito al congresso del partito conservatore.
Fan nella cultura pop? L’hanno ballata molti atleti, il pugile filippino Manny Pacquiao, il calciatore uruguayano Edinson Cavani, e il giocatore di cricket giamaicano Chris Gayle, durante le partite contro l’Irlanda e contro l’Inghilterra. Anche Eric Schmidt, il direttore generale di Google, si è lanciato nel ballo quando ha visitato gli uffici della società a Seoul. E la moda de i flashmob? Attraverso i social network molti gruppi non organizzati di fan si danno appuntamento per ballare insieme. I primi in California e in Australia. Il 12 settembre Times Square a Manhattan si è riempita di gente che ballava durante «Good Morning America».
 

 
 

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